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Lavori nel Sesia dopo l’alluvione: i dubbi degli ambientalisti
Chiesta una verifica degli atti perché «a volte con l’alibi dell’emergenza si fanno disastri».

Lavori nel Sesia dopo l’alluvione: i dubbi degli ambientalisti. Chiesta una verifica degli atti perché «a volte con l’alibi dell’emergenza si fanno disastri».
Lavori nel Sesia dopo l’alluvione: i dubbi degli ambientalisti
E’ tutto in regola per quanti riguarda i lavori di sistemazione dei tratti del fiume Sesia danneggiati dall’alluvione di fine giugno 2024? Si sono adottate tutte le misure a tutela del territorio? E’ quello che vorrebbe sapere l’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico (GrIG), che nei giorni scorsi ha chiesto un accesso agli atti, chiedendo documento e informazioni sul progetto.
I dubbi dell’associazione (la cui sede è a Cagliari, ma che ha diramazioni in tutta Italia) riguardano gli aspetti di tutela dell’ambiente. «I lavori di protezione civile non devono diventare occasione di scempi ambientali»: questo il titolo di una nota stampa divulgata nei giorni scorsi.
L’alluvione di fine giugno e lo stato di emergenza
«Il fiume Sesia e la sua valle costituiscono tuttora un esempio di grande valore naturalistico, ampiamente riconosciuto – premette Stefano Deliperi, portavoce del sodalizio -. Il 29 e il 30 giugno 2024 si sono verificati eventi meteoclimatici che hanno portato a danni nel territorio della Valsesia, tanto da far dichiarare dichiarare lo stato di emergenza e a far stanziare cospicui fondi pubblici».
Il Gruppo d’intervento giuridico ne ha già viste troppe, in giro per l’Italia. E ricorda che più di una volta «con l’alibi dell’emergenza possono esser combinati piccoli e grandi scempi ambientali, e la preoccupazione si è diffusa fra i residenti al momento in cui lungo il corso e le sponde del Sesia sono stati avviati vari interventi di movimentazione e utilizzazione materiali lapidei dell’alveo, ripristini e risistemazione delle sponde da parte di vari Comuni titolari».
I dubbi degli ambientalisti
L’associazione ambientalista solleva quindi una serie di interrogativi relativi appunto alla regolarità ambientale degli interventi. Per esempio: «Sono state adottate adeguate cautele per la fauna ittica? E’ previsto il completo ripristino ambientale, come indicato dalla Disciplina delle modalità e procedure per la realizzazione di lavori in alveo? E’ salvaguardato il tratto “Alto Sesia”, dichiarata “area ad elevata protezione” dal Piano di tutela delle acque della Regione Piemonte? Oppure i lavori in corso sono fin troppo radicali?»
La richiesta degli atti
Da queste e altre considerazioni ha preso il via la richiesta di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, richiedendo atti e informazioni sul progetto, «nonché lo svolgimento della procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale».
In questa procedura vengono coinvolti tutti gli enti pubblici che in qualche modo hanno parte a questa operazione: si va dai ministeri della cultura e dell’ambiente e della sicurezza energetica alla Regione Piemonte; dalla Soprintendenza per il paesaggio ai Comuni di Mollia, Campertogno, Scopa, Scopello, Balmuccia. Informati anche i carabinieri forestali e la procura della Repubblica al tribunale di Novara.
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Ardmando
28 Marzo 2025 at 16:37
Per quale motivo devono esistere associazioni di questo tipo che non possiedono alcuna competenza?
alessandro belviso
29 Marzo 2025 at 16:03
tornato da Tenerife? bucato il canotto?
Aldo
28 Marzo 2025 at 21:51
ci mancavano gli scienzti cittadini