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Lavori al Ponte della Gula: così rinasce un gioiello di epoca medievale. LE FOTO
A Varallo emergono anche i resti dei lavori di rinforzo del 1937.

Lavori al Ponte della Gula: così rinasce un gioiello di epoca medievale. A Varallo emergono anche i resti dei lavori di rinforzo del 1937.
Lavori al Ponte della Gula: così rinasce un gioiello di epoca medievale
Procedono a buon ritmo i lavori di restauro del Ponte della Gula, uno dei monumenti più antichi e suggestivi di Varallo, immerso nel verde del torrente Mastallone e testimone dell’ingegno costruttivo medievale valsesiano.

L’intervento, promosso dal Comune di Varallo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Piemonte, rappresenta un tassello fondamentale nel percorso di valorizzazione del patrimonio storico e architettonico della città.
Emerge l’intervento del 1937
«In questa fase – spiega Eraldo Botta, vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici – si sta procedendo alla rimozione del cemento steso in epoche più recenti sul camminamento del ponte, un materiale che alterava l’aspetto originario della struttura e ne comprometteva la traspirazione». Gli operatori stanno lavorando con estrema cautela per riportare alla luce la pietra autentica, rispettando la materia storica e adottando tecniche non invasive.

Proprio in seguito alla rimozione del cemento e del materiale di riempimento sono emersi i lavori di rinforzo realizzati nel 1937, durante un precedente intervento di consolidamento. È visibile una soletta di circa 20 centimetri sopra l’estradosso e si scorge anche il ferro di armatura: elementi che confermano come il ponte sia rimasto in sicurezza per quasi novant’anni. «Ciò nonostante – aggiunge Botta – è opportuno intervenire ulteriormente con un sistema di tiranti, che verrà studiato nelle prossime fasi di lavorazione».
Progetto approvato in due giorni
Tra qualche giorno si concluderà lo svuotamento del ponte e inizieranno le iniezioni di malta consolidante dall’interno, per rinforzare il doppio muro costruito su entrambi i lati.

Una curiosità storica accompagna questa scoperta: il progetto di consolidamento del 1937, redatto dall’ingegner Guidotti, venne approvato con sorprendente rapidità. Presentato il 25 febbraio, ottenne il via libera appena due giorni dopo, il 27 febbraio, con una delibera del Podestà che stanziava 31.000 lire. Per dare un’idea del valore, nello stesso anno una Lancia Aprilia nuova, all’epoca simbolo di modernità e prestigio, costava circa 27.000 lire.

Parallelamente è in corso il consolidamento della volta, fondamentale per garantire la stabilità del manufatto e proteggerlo dagli effetti del tempo e degli agenti atmosferici. Una volta terminata questa fase, si procederà con la posa del “carrettato”, la pavimentazione in pietra che restituirà al ponte l’aspetto originario e la sua elegante sobrietà medievale.
Un ponte che rappresenta un pezzo di storia
Nei giorni scorsi si è svolto anche un sopralluogo tecnico della Soprintendenza, occasione utile per verificare lo stato d’avanzamento dei lavori e definire i prossimi passaggi operativi.
Il Ponte della Gula, con la sua maestosa arcata in pietra sospesa tra le rocce e il torrente, risale al XIII secolo ed è considerato un autentico capolavoro di ingegneria medievale. Le indagini in corso hanno rivelato particolari di grande interesse, come una sigla incisa sulla chiave di volta del lato di Varallo, forse legata al maestro costruttore dell’opera.

«Ogni pietra racconta una storia – conclude Botta – e grazie a questi lavori possiamo conoscerla meglio e conservarla per le generazioni future. Il Ponte della Gula è un patrimonio unico, che merita di essere riscoperto e valorizzato».
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Marco Azona
23 Ottobre 2025 at 12:35
Ottima iniziativa, ne aveva proprio bisogno.
Domanda, in un futuro prossimo, ci potrebbe essere la possibilità che tale ponte “sfoci” anche in un nuovo sentiero (dato che quello originale antico è andato perduto) che magari porti, chessò, ai rifugi Camosci e Cerini ed oltre? Sarebbe magnifico ☺
alessandro belviso
24 Ottobre 2025 at 16:28
lieto del restauro conservativo.
meglio non insistere sul fare nuovi sentieri che gli vengono in mente ruspe, sbancamenti e ciclabili, sarebbe da ritrovare l’antico ed ormai ipotizzo sepolto dalla vegetazione, un proseguio dopo il ponte ci vuole