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Mollia piange Roberto Gilardone, marito della sindaca
L’alta Valsesia in lutto per un uomo molto conosciuto. Aveva 69 anni.
Mollia piange Roberto Gilardone, marito della sindaca. L’alta Valsesia in lutto per un uomo molto conosciuto. Aveva 69 anni.
Mollia piange Roberto Gilardone, marito della sindaca
Una lettera di tutta la comunità ricorda Roberto Gilardone, scomparso a 69 anni. Persona attiva nelle associazioni, sempre pronta a fare la sua parte. Era marito del sindaco Marilena Carmellino.
«Mollia, una piccola ma tenace comunità, che all’unanimità, piange – inizia così la lettera in ricordo di Roberto Gilardone -. Quella del presente, quella del passato, e quella del futuro. Ci sono gli alpini, c’è il comitato carnevale, c’è l’amministrazione comunale, c’è la Soms Unione Molliese. C’è un paese intero, giovedì 16 gennaio, a portare l’ultimo saluto a Roberto. Quel saluto che non si vorrebbe mai affrontare, quello che non permette rinvii, quello definitivo, senza scampo. E allora ci si rifugia nel passato, per affrontare questo presente troppo doloroso, e soprattutto ingiusto, prematuro».
«Ci si ricorda di Roberto nella Pro loco dei tempi d’oro, quella che negli anni Novanta, chiudeva le serate all’alba, perdendo il conto delle miacce “sfornate”… E sembra ancora di sentire la sua voce raccontarle quelle imprese, mentre con il grembiule indossato, cucinava per le feste del gruppo Alpini, che negli ultimi anni, grazie alle sue prodezze culinarie, era tornato totalmente autonomo nell’organizzazione del proprio raduno. Ed era sempre nelle sue mani, la pianificazione della cucina dell’Unione Molliese, per la tradizionale paniccia… L’Unione Molliese, la sua creatura».
Un paese che abbraccia la famiglia
«C’è un intero paese ad abbracciare Marilena e Giacomo, Moeko e Mariuccia. Ci sono lutti che diventano davvero lacerazioni in piccole realtà come la nostra. Eppure tutto il seminato di Roberto, con quel suo modo silenzioso, mai appariscente, quel passo al lavoro, sempre svelto, un po’ chino in avanti, deve essere la marcia per il futuro che ora ha lasciato nelle nostre mani. Lo dice Giacomo, che forse ha nel cuore il dolore più grande: ora si lavora. Ora ci si rimbocca le maniche per tenere in vita il nostro paese, ora si fa anche per non deludere il Roby, che fino a qua, ha fatto un enorme lavoro, lui che ogni tanto ancora lo ricordava, che in questo paese sarebbe sempre stato un forestiero».
«E invece no, non si è mai forestieri nel cuore delle persone. Roberto, uno di noi. Però Roby, ovunque sarai ora, là dove probabilmente non ci sono limiti di velocità, e tu ci sguazzerai, ogni tanto rallenta, e buttalo un occhio quaggiù, che sicuramente ne avremo bisogno. Con il cuore, il tuo paese».
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