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Capriolo sbranato a Cravagliana: in alta Valsesia il lupo torna a farsi vivo

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Capriolo sbranato a Cravagliana

Capriolo sbranato: l’hanno trovato due escursionisti a Cravagliana. L’animale potrebbe essere stato vittima di un attacco di lupi.

Capriolo sbranato

L’animale sbranato trovato a Cravagliana potrebbe essere l’ultima vittima dei lupi: si tratta di un capriolo. A trovarlo, durante una ciaspolata sopra Cravagliana, due escursionisti, che hanno rinvenuto tracce di sangue sul sentiero. I due giovani escursionisti hanno subito pensato all’attacco di un lupo. «Sabato stavamo affrontando il percorso che porta verso Grassura, località sopra Cravagliana – spiega la coppia -. Lungo il sentiero che porta verso Meula abbiamo trovato tracce di sangue sul sentiero. Preoccupati, ci siamo guardati attorno. E a pochi metri c’era un capriolo completamente divorato». E i segni sono chiaramente di un attacco dei lupi, l’animale riportava ferite alla parte posteriore con le viscere uscite.

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Lupo in Valsesia

I due ragazzi non hanno potuto far altro che immortalare la scena e tornare verso il centro. «Abbiamo incontrato alcune persone del posto – riprendono – e abbiamo raccontato dell’episodio. Ci hanno detto che non è la prima volta che capita…». La presenza del lupo in Valsesia è confermato da numerose testimonianze. A dicembre ad Alagna un piccolo di lupo era stato filmato mentre si trovava lungo la strada che porta a Riva Valdobbia.
Con il mese di ottobre 2020 è iniziato il primo censimento nazionale del lupo in Italia che, gestito direttamente dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) che opera su mandato del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha pianificato il censimento del lupo -Canis lupus italicus- su tutto il territorio nazionale.

La metodologia

La presenza del lupo viene documentata ricercando elementi da sottoporre a esami genetici (escrementi, urina, saliva), tracce e impronte, predazioni, foto e video. Nei due mesi di attività sono stati rinvenuti una decina di indizi di presenza attribuibili al lupo e l’implementazione della banca dati dovrebbe permettere agli esperti di avere nella primavera prossima un quadro sulla distribuzione della specie nel territorio valsesiano.

Tra le attività del progetto sono previste anche quelle, in collaborazione con i Veterinari del Servizio sanitario nazionale, di fornire assistenza agli allevatori con la fornitura di attrezzatura di protezione degli animali domestici come le reti elettrificate, la semplificazione delle pratiche burocratiche per i rimborsi da predazione, il posizionamento di fototrappole per ampliare le possibilità di rilevamento, accorrere prontamente sulle predazioni per accertarne possibilmente l’autore e vagliare con attenzione l’attendibilità delle informazioni che appaiono sui media.

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