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Chiusi per ferie, le industrie si attendono un rientro tra luci e ombre

Parla il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia: «Occorre che si faccia qualcosa affinché i lavoratori abbiano più soldi in busta paga. Serve una giusta politica fiscale»

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gianni filippa

Chiusi per ferie, le industrie si attendono un rientro tra luci e ombre. In questi giorni diverse aziende hanno sospeso la loro attività in concomitanza con le ferie, qualcuno lavora ancora per qualche giorno ma l’aria delle vacanze è alle porte. Con quale spirito dunque si chiude e si riaprirà tra fine agosto e inizio settembre?

Chiusi per ferie, le industrie si attendono un rientro tra luci e ombre

Secondo Confindustria Novara Vercelli Valsesia si prospetta un settembre “tiepido”. Gli ordini ci sono, ma non si registra il boom che si era innescato dell’epoca appena dopo il periodo Covid. In più bisogna far fronte alla difficoltà nell’accesso al credito per le piccole-medie aziende. A fare il punto della situazione è il presidente di Confindustria locale, Gianni Filippa.

I dati delle previsioni congiunturali dicono che dopo un buon inizio d’anno, ora si registra un po’ di preoccupazione tra gli imprenditori.

Sì, abbiamo avuto un inizio dell’anno positivo, poi gli ordini stanno decrescendo in tutti i settori. Quindi c’è il primo problema: non c’è più il boom di ordini dello scorso anno. Sono in diminuzione le esportazione verso Germania, poi non dimentichiamo che continua la guerra in Ucraina. La forte espansione che si è realizzata dopo il Covid inizia a rallentare, dimostrando qualche criticità anche dal lato delle esportazioni.

A questo punto che settembre sarà, dopo lo stop delle ferie?

Per quanto riguarda il lavoro, in prospettiva da settembre ce ne sarà: ma non sarà eclatante come negli ultimi due anni. Le imprese dovranno affrontare diversi problemi. Preoccupano anche il forte aumento del costo del denaro e le crescenti difficoltà di accesso al credito.

Come si affrontano questi periodi?

Anche nei periodi peggiori le nostre aziende hanno sempre saputo cavarsela grazie alle loro forti competenze e a una notevole capacità di resilienza. Nei prossimi mesi capiremo se e quanto stiano cambiando anche a livello strutturale le condizioni di un mercato che è comunque sempre più complesso.

Le piccole-medie aziende saranno quelle che dovranno maggiormente affrontare le difficoltà?

Per le aziende piccole e medie l’aumento del costo del denaro si è fatto sentire già nei primi sei mesi, accompagnato alla difficoltà nell’accedere al credito. Anche le famiglie però si stanno trovando in difficoltà. Certo. E’ un problema che riguarderà anche lavoratori, finanziamenti, sono tutti colpiti. Questo fatto dell’aumento del denaro sarà uno dei temi principali. Non torneremo a tassi bassi come due anni fa, ma speriamo che possano diminuire proprio perché l’inflazione si sta raffreddando.

Cosa potrebbe modificare le cose?

Sicuramente un abbassamento strutturale del cuneo fiscale. Affinchè i lavoratori abbiano più soldi in busta paga. Una giusta politica fiscale è la strada da seguire. Non dimentichiamo che avere lavoratori sereni vuol dire poter organizzare anche meglio il lavoro nelle imprese. Ultima battuta sulle grandi opere richieste da anni. Dopo quarant’anni è la volta buona della Pedemotana con la consegna dell’incarico per avviare il cantiere. Speriamo che sia la volta buona, che non venga fuori un problema qualunque per fermarsi. Sono ormai davvero stanco di dire le stesse cose, è davvero il momento che si passa e si porti a termine un cantiere che permetterà alle imprese di resistere.
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Qualche numero dalle ultime previsioni congiunturali in zona. Pur registrando una flessione, rimangono positive le aspettative di occupazione, con il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni che scende da 20 a 13,1 punti in provincia di Novara e da 10 a 6,5 punti in provincia di Vercelli (da 16,6 a 13,7 la media regionale), mentre la percentuale di imprese che intendono fare ricorso alla cassa integrazione risale, rispettivamente nei due territori, dal 3,6 al 5,8 per cento e dal 9,2 al 14,6 per cento (a fronte di una media regionale in calo dal 6,1 al 5,6 per cento). Rispetto al secondo trimestre 2023 rimane sostanzialmente invariata, in entrambe le province, la percentuale di aziende che segnalano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti.

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