Cittadini con sintomi che non riescono a farsi visitare: «Abbandonati a noi stessi».
I telefoni dei medici di famiglia in queste settimane sono bollenti. Centinaia le chiamate al giorno, per non parlare dei messaggi, da parte di pazienti che iniziano ad avvertire mal di testa, male alla cervicale, qualche linea di febbre. Capita però (e non di rado) che il medico non riesca a stare dietro a tutti: e così le chiamate rimangono senza risposta.
Succede soprattutto nei fine settimana, ma con l’aumentare dei casi, o dei sospetti casi, di Covid, è chiaro che la situazione si è fatta pressante anche nei giorni feriali. Una situazione che sta emergendo chiaramente sui social, ma che trova conferme anche a livello istituzionale.
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E l’effetto qual è? Telefonate al 118 da parte di persone che temono di avere il Covid e magari hanno anziani o bambini a casa, e non sanno che cosa fare. Oppure c’è chi decide di presentarsi direttamente al pronto soccorso per cercare rimedi, conferme, rassicurazione. Anche per questo gli ospedali sono sotto pressione.
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Alla fine c’è anche chi si è rivolto direttamente al sindaco per capire cosa fare. Quasi tutti i Comuni hanno riattivato i Coc (i Centri di emergenza), mettendo a disposizione il numero di telefono di un responsabile o del sindaco stesso per le emergenze.
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