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Guido avrebbe voluto un mondo più umano e solidale | LA LETTERA

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Guido avrebbe voluto un mondo diverso: Marco Valle ricorda l’imprenditore Guido Crevola, recentemente scomparso.

Guido avrebbe voluto un mondo diverso

Riceviamo e pubblichiamo un ricordo dell’amministratore e imprenditore valsesiano Guido Crevola.

«… di quest’orfano mondo… spiriamo l’aere… Riassume in un certo senso la sua filosofia di vita la malinconica frase colta dal prologo dei “Pagliacci”, opera che lui interpretò nel corso di una lontana esperienza artistica e che per molti aspetti si delinea oggi nel suo ricordo.
Nelle frequenti, fitte conversazioni svolte insieme Guido esprimeva con arguzia ma non senza una punta di amarezza, quanto fosse difficile rassegnarsi oggi a convivere con un mondo che spesso pareva orfano del buon senso, della solidarietà, dell’umana pietà. Personalità distinta in molti settori della vita valsesiana, era invece convinto sostenitore di queste qualità che comunicava sempre con immediata spontaneità; e non era certo l’amico, il collega o l’interlocutore a limitargli il desiderio di trasmetterne i benèfici valori, anche a prezzo di chiarezze scomode , qualche volta addirittura indesiderate».

Una vita piena

«Personalmente così lo conoscevo, da sempre, e così lo avevo posto al centro delle mie amicizie più vere, credo con reciproca dedizione e affezione. Ho raccolto con piacere e passione le sue confessioni sugli aspetti diversi di una vita piena, interessante, poliedrica, di impegno e di successo; più volte i risultati di quelle conversazioni sono sfociate in diari scritti dove aveva riposto il suo “ nido di memorie” dal quale trarre indirizzi morali semplici, rivolti al suo mare di amicizie nel quale non di rado navigava entusiasticamente. Certo ci sarà chi vorrà e potrà ricordarlo per l’uomo “sopra il rigo” che è sempre stato, in campo imprenditoriale, sociale, artistico, culturale; preferisco limitarmi al personale poiché con lui ho lavorato alla stesura e alla pubblicazione dei suoi “memoriali”, come li definiva, e quanto ha lasciato di scritto costituisce una prova, serena e non enfatica, obiettiva e non autocelebrativa, di una operosa e straordinaria esistenza».

Anima d’artista

«Che fosse un’anima pura di artista non l’ho mai messo in dubbio; basta ripercorrere le sue tappe musicali, sia da protagonista sia come organizzatore, per capirne la statura; oggi che ne piangiamo con dolore la scomparsa possiamo forse, con il sereno giudizio della rassegnazione, rendergli il giusto doveroso tributo e riporlo nella memoria comunitaria rivolta ai valsesiani autentici, quelli che hanno fatto onore alla nostra terra. Potrà così essergli davvero lieve questa sua terra valsesiana che tanto amava».

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