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Iniziava l’Alpàa e mi diagnosticarono il cancro. Il libro di Mario Pastore

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Nei giorni scorsi in biblioteca a Varallo, è stato presentato il primo volume della “trilogia del tempo”: «Il romanzo autobiografico di Mario Pastore: “…E poi?”, il futuro, cui seguirà Tramonto, che uscirà a gennaio – fa sapere Piera Mazzone, direttore della biblioteca -, dedicato al presente e si concluderà con Odore di pulito, incentrato sul passato, non come sterile Amarcord, ma come custodia di valori».

Iniziava l’Alpàa

Aristide Torri, presidente del Consiglio di biblioteca, ha ricordato l’amicizia che lo legò a Cesare, il padre di Mario Pastore: «Furono anni impegnativi, difficili e il nostro rapporto fu lungo ed intenso. Quando Mario mi fermò un giorno per dirmi che aveva scritto un romanzo, fu una felice sorpresa, una novità assoluta e quindi fu naturale invitarlo in biblioteca, dove ogni sabato passano, fotografi, scrittori, artisti, protagonisti del variegato mondo del volontariato. La biblioteca interpreta a 360° la sua funzione di acceleratore culturale, segnalando persone del territorio, focalizzando l’attenzione dei distratti, che si accorgono finalmente dei compagni di strada».

L’autore ha accennato alla sua esperienza: «Il 20 luglio del 2010 iniziava l’Alpaa e mi fu diagnosticato un cancro, il giorno dopo mi fu detto che era maligno e che c’era già una metastasi: quella notizia mi destabilizzò, cambiò per sempre la percezione che avevo di me stesso, quella ideale quella reale non coincisero più. Scoprii anche che era meno complesso combattere il cancro, rispetto a combattere l’idea del cancro». Pastore pensò quindi di trasformare il suo viaggio nella malattia in un libro «che potesse essere utile a chi doveva fare lo stesso percorso – prosegue Mazzone -, ma ribaltò la prospettiva, anziché parlare della malattia, preferì instaurare un dialogo con la malattia, sviluppando principalmente alcuni aspetti: l’io, che non esclude gli altri, la consapevolezza della morte come fine naturale di un percorso, in cui però ciò che deve essere privilegiato è il percorso».

Malattia

Il libro, che parla della sconfitta di una delle malattie emblematiche del nostro tempo, appunto il cancro, è suddiviso in capitoli, brevissimi, «preannunciati da un “occhiello” – spiega Mazzone – che ne anticipa il contenuto, e scanditi dai dialoghi con Selene, la malattia. Tra il pubblico sono emerse testimonianze di persone che, dopo essere state colpite dal cancro, si sono poste il problema se renderlo pubblico, o viverlo in segreto, quasi fosse una inconfessabile colpa. La reazione di amici e conoscenti spesso è stata l’allontanamento, quasi per il timore che si trattasse di una malattia contagiosa».

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