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La Valsessera piange Raul Rossetti: si è scoperto scrittore a 60 anni
La Valsessera piange Raul Rossetti: si è scoperto scrittore a 60 anni. Il funerale non sarà celebrato: il corpo procederà verso il tempio crematorio.
La Valsessera piange
«Ingenuo e sprovveduto ma dotato d’astuzia: rissoso e prepotente, ma di cuore tenero; amante delle donne e timoroso del matrimonio; amante della vita ma pronto sempre ad affrontare i rischio di perderla». Così Natalia Ginzburg aveva descritto Raul Rossetti nella prefazione del libro “Schiena di vetro”. Lo scrittore biellese è morto domenica all’età di 93 anni.
Il romanzo-testimonianza dell’autore biellese era stato pubblicato da Einaudi nel 1989 e fu subito un successo. Era stato anche vincitore del concorso di Pieve di Santo Stefano.
Zegna
Per anni Rossetti aveva lavorato al lanificio Zegna portandosi dietro la sua storia di emigrante e lavoratore in miniera.
Rossetti era infatti nato nel 1929 a Chivasso, anche se la sua famiglia è di origini venete, in particolare vicentine. A vent’anni circa, emigrò in Belgio, dove trovò lavoro come minatore. «Andai via dall’Italia che avevo 20 anni – ricorda in un’intervista uscita su “Le Repubblica” nel 2003 – e per tanto tempo, lì nelle gallerie, passai le giornate a maledire il destino. Odiavo tutti, ero incattivito. Un lavoro in superficie, una fabbrica, era il nostro sogno. Il mondo si divideva così: noi sotto, gli altri sopra». Come tanti altri minatori, si ammalò di silicosi, ma fortunatamente in forma non grave.
Tv
. Fu più volte chiamato da Maurizio Costanzo nel suo talk show televisivo serale. Rossetti scrisse poi un secondo romanzo nel 1995, intitolata “Piccola, bella, bionda e grassottella” edito da Baldini e Castoldi, che non ebbe però il successo del primo.
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Docbi
Viveva a Pray in frazione Mucengo. Negli anni collaborò con il DocBi, per il quale aveva scritto “I cimbri di Trivero vengono dalle 7 terre” pubblicato nella Rivista Biellese. Soprattutto negli anni Novanta fu personaggio di spicco della cultura in zona. Ma non solo: sostenne infatti la cittadinanza di Postua e Guardabosone che si opponevano alle captazioni lungo lo Strona per alimentare la diga di Asei. Appassionato di floricoltura, per qualche tempo fu anche presidente dell’orto botanico “Pier Carlo Bussi” di Guardabosone.
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