Attualità
Oratorio Romagnano ricorda don Paolo, morto a soli 46 anni
Oratorio Romagnano ricorda don Paolo, morto a soli 46 anni. Da un gruppo di “ragazzi” della parrocchia di Romagnano riceviamo un ricordo di don Paolo Bosio, scomparso recentemente a 46 anni. Era parroco di Momo, ma per anni era stato vice a Romagnano, coadiutore a Prato Sesia e amministratore a Cavallirio.
Oratorio Romagnano ricorda don Paolo, morto a soli 46 anni
«Quando pensiamo a te, pensiamo alla nostra adolescenza, ad un periodo della vita così delicato e fragile in cui tu sei stato per noi un punto di riferimento. Il primo ricordo che molti di noi hanno di te è stato il tuo venirci a cercare. Sei arrivato in un momento in cui tutto era da ricostruire, in cui bisognava ripartire, e tu sei venuto da noi a dirci che la porta era aperta, che c’era un mondo da rimettere in piedi che ci avrebbe accolto a braccia aperte. C’è chi è venuto e poi andato, chi è tornato sui propri passi, chi ha messo titubante il naso oltre l’uscio ed è stato invitato ad entrare dal tuo sorriso caloroso che ha permesso di formare una grande famiglia. Per tutti noi sei stato un amico, un fratello grande, qualcuno cui affidarsi e confidarsi. E come ogni famiglia, anche la nostra è fatta di ricordi. È il profumo di lasagne e polpette, di quelle pizze enormi mangiate direttamente dai cartoni d’asporto. È il colore delle giornate di sole, delle tempere con cui abbiamo dipinto cartelloni, mani e guance, delle magliette sudate indossate nei nostri centri estivi. Il suono delle canzoni che ci hai insegnato e che abbiamo cantato per riempire il tempo passato insieme. Sono i ricordi delle mani strette, i sorrisi stanchi e le risate felici. Il grande lavoro di piccoli e grandi per rendere il Chioso un posto più bello e accogliente, le cancellate ridipinte, l’erba tagliata, il palco messo in piedi per quello spettacolo cui ci hai spronati a dare vita senza avere paura, per metterci alla prova e per crescere insieme.
Le tante sfide accettate ogni giorno con la consapevolezza che i tuoi occhi ci sorvegliavano anche quando non li vedevamo, e che non eravamo soli. Le lunghe camminate sotto il sole, le gite in montagna, quella scalata di un monte che quando arrivavi in cima senza più fiato ti sembrava di essere padrone del mondo. E invece non eri padrone di niente, perché come ci hai insegnato tu, siamo qui soprattutto per dare e non per possedere. E ora che ci lasci, quei valori che ci hai trasmesso saranno per noi fondamenta per la vita che verrà. Come in ogni famiglia, grande o piccola, vicina o distante, non ci si lascia mai per davvero. Siamo cresciuti ormai, ognuno di noi ha scelto una direzione per la propria vita o sta cercando di capire dove conduce il suo cammino. Stiamo affrontando nuove paure, nuovi dubbi, avremmo bisogno di altri abbracci e di altri sorrisi di un vero amico. Ma nel cuore, sappiamo che tu sarai lì a guardarci diventare grandi da lontano. O forse, semplicemente, da più vicino. Grazie Don, per aver seminato qui tra noi, il dono della Pienezza che mai si risparmia e che riempie di vita»
I tuoi ragazzi
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