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Pierangelo Carrara una vita per la sua Valsesia | IL RICORDO
Pierangelo Carrara una vita per la sua Valsesia. Piera Mazzone scrive una lettera per non dimenticare l’uomo deceduto nelle precedenti settimane.
Pierangelo Carrara una vita per la sua Valsesia
Come l’Angelus Novus di Paul Klee che ha il viso rivolto al passato, ma un vento inarrestabile lo spinge nel futuro, Pierangelo Carrara desidera ancora condividere con noi un mondo di bellezza: dalla bidimensionalità della pittura alla profondità della scultura, all’ambiente unico di una valle accogliente, che ha contribuito a proteggere e valorizzare, come Maestro, come Sindaco, come Presidente della Comunità Montana Valsesia. Pierangelo, presente in innumerevoli sodalizi e Associazioni, dal direttivo della Società Valsesiana di Cultura, agli Alpini, alla Bocciofila, fu da sempre molto attivo nella promozione del paese e di questa valle “che rappresenta una miniera da riscoprire”, riuscendo a coinvolgere emotivamente le persone in modo tale che era impossibile negargli collaborazione. Nel 2008 fu l’artefice del gemellaggio con Baia de Fier in Romania. Nel 2009 patrocinò la pubblicazione del libro fotografico di Giulio Veggi: Boccioleto. Aria d’ambiente e d’arte, presentato brillantemente da Lorenzo Del Boca, Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, e tenne a battesimo Fylix, il Sentiero Naturalistico delle Felci di Boccioleto, creato e studiato dal fotografo naturalista Mario Soster.
L’addio
Il giorno del suo funerale Pierangelo ha passato ufficialmente il testimone per creare nell’oratorio dell’Annunciata dall’interno luminoso di stucchi, opera di Carlo Giovanni Zaninetti di Breia, un piccolo museo di arte sacra. Grazie alle cure ed all’intelligenza di Don Pietro Ferri – pievano di Boccioleto dal 1982 alla tragica morte avvenuta il 5 aprile 1984, al quale Pierangelo, nel 2004, dedicò come omaggio il volume: “All’ombra della torre”, che raccoglieva le preziose pagine del Bollettino dei Boccioletesi, che iniziò le pubblicazioni nel gennaio 1958 – in questo luogo sacro furono raccolte e custodite antiche statue che erano sui piccoli altari di cappelle e oratori dalla fine del Cinquecento, segnalate nelle visite pastorali. Il gruppo del Compianto sul Cristo morto, opera cinquecentesca, proveniente dal santuario della Madonna del Sasso, si compone di otto statue lignee, figure fissate in un dolore che pare non lasciare spazio alla speranza, raccolte intorno a Gesù, scolpito con la bocca semiaperta e gli occhi socchiusi, ma lo sguardo si focalizza sulle mani raccolte, martoriate dai buchi dei chiodi: così come Tu sei stato divorato dal cancro. In questo museo valligiano sono raccolte statue di sapore arcaico: altaroli portatili cinquecenteschi con statue in legno policrome: S. Andrea e S. Paolo hanno l’uno una pettinatura e barba acconciate in riccioli, quasi boccoli bipartiti, mentre l’altro si accontenta di una più austera barba dal taglio quadrato: Tu mi facesti notare questi particolari durante una visita, umanizzando ogni cosa con la consueta bonomia, coinvolgendo con il sorriso contagioso e la disponibilità.
Boccioleto è la parrocchia più antica della valle, l’unica fino al 1479, quando si separò Rimasco: l’arte sacra è preponderante e qui ritrova quell’alone di meraviglia e di conoscenza che suscitava nei secoli passati quale Bibbia parlante. Pierangelo era nato qui, aveva nel cuore questa terra e i suoi tesori e li condivideva con generosità: in Valsermenza, nel territorio di Boccioleto, sono tracciati ben tre dei dieci Sentieri dell’arte: Boccioleto – Alpe Seccio; Piaggiogna – Madonna del Sasso; Rossa – Alpe Sull’Oro. Ricordo quando un’estate in sua compagnia si salì al Solivo per incontrare la pittrice Angela Maria Palanca. Da Piaggiogna, per l’ombrosa mulattiera, si arrivò a Palancato, e poi più su, fino al Solivo, un nome morfologicamente parlante per una frazione ridente, esposta al sole, da molti anni allietata nei mesi estivi dalla presenza delle Suore, Sorelle della Carità di San Vincenzo De Paoli. Nella “veranda della lettura” il Professor Casimiro Debiaggi, decano degli storici dell’arte valsesiana, ci presentò quella singolare pittrice settecentesca: nativa di Palancato. Dal Solivo in mezz’ora si raggiunse il santuario della Madonna del Sasso, dove secondo la tradizione nel XIII secolo su una parete rocciosa la Madonna apparve a tre pastorelle, una delle quali muta riacquistò miracolosamente la parola. Attorno all’immagine della Madonna dipinta sulla parete dell’apparizione sorse la prima chiesa, più volte distrutta e ricostruita con Fede immutata. Quella passeggiata, in cui il Tuo abbraccio mi sostenne e mi incoraggiò, per me rappresentò il nascere di un’Amicizia che si consolidò quando fummo colleghi nel Consiglio Direttivo della Società Valsesiana di Cultura, in cui Ti occupasti dello scultore boccioletese Giuseppe Maria Sartorio, pubblicando due articoli sul De Valle Sicida. In questa limpida mattina di dicembre, mentre ti davamo l’ultimo saluto nella piazza, perché la chiesa non avrebbe potuto accoglierci tutti, ho riascoltato nel cuore le note della Flight Band Charles Mingus, in quel concerto della stagione dei Mormorii della foresta, che risuonò nei boschi boccioletesi e Ti ho rivisto accanto a Romolo Ottone, che a Scopa presentò il libro dedicato a suo padre Pietro Ottone, che, a inizio secolo, dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria a Torino con una tesi dedicata alle grotte della Torre delle Giavine a Boccioleto, vinse un concorso indetto dal governo rumeno che cercava ingegneri per la costruzione del porto di Costanza, ma tornò in patria per combattere nella Prima Guerra Mondiale e poi sposò la sua maestrina e rientrò in Romania. Come Presidente della Comunità Montana Valsesia e Sindaco di Boccioleto eri lì per sottolineare la tenacia e il valore dei nostri emigranti. Tu Pierangelo sapevi ascoltare, dote così rara in una società dell’immagine, ma negli ultimi mesi hai saputo dare a tutti tanto coraggio e speranza: la morte l’hai “bocciata” con la consueta maestria. Grazie, porterò nel cuore i tuoi sorrisi e in Biblioteca a Varallo resteranno quelle serie di calendari che promuovevi per portare in tutte le case le bellezze della nostra Valle.
Piera Mazzone
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