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Piste ciclabili sulla Novara-Varallo? No, grazie. Il futuro resta il treno
Piste ciclabili sulla Novara-Varallo? Il Museo Ferroviario risponde: «Qui deve viaggiare il treno».
Piste ciclabili sulla Novara-Varallo? No, grazie
Niente piste ciclabili o altri progetti che in qualche modo prevedano di utilizzare in altro modo il percorso: la linea ferrata Novara-Varallo deve restare ferrovia a tutti gli effetti. È quanto afferma il Museo Ferroviario Valsesiano, associazione che ha sede nella stazione di Varallo e che è nata per tutelare non solo la memoria del passato, ma anche le opportunità presenti e future della tratta.
Linea chiusa nel 2014
La tratta Novara-Varallo, nata nel 1886, cominciò a perdere utenti a causa di «una gestione del trasporto pubblico locale alquanto discutibile, che acconsentì anche, a linea rimodernata, all’introduzione da metà degli anni Novanta, di corse di pullman in sostituzione o addirittura in sovrapposizione a numerosi treni». Finché il 15 settembre 2014 si arrivò alla chiusura.
«Il conseguente rimpiazzo con autobus – ricordano dal Museo – portò a un considerevole aumento dei tempi di percorrenza e del traffico sulle strade. Ci hanno rimesso gli utenti e la puntualità, con l’inevitabile allontanamento della clientela dal servizio pubblico».
L’amministrazione continua a difendere la linea
«La perdita del treno ha suscitato l’immediata reazione dell’amministrazione comunale di Varallo. Il sindaco Eraldo Botta ha fortemente voluto e cercato una collaborazione con la Fondazione FS Italiane e con il suo direttore, ingegner Luigi Cantamessa, nel risoluto intento di immaginare una possibilità di futuro per la linea. Almeno in chiave turistica. Questo impegno ha contribuito ad avviare il progetto di recupero estetico degli storici fabbricati della stazione di Varallo e il ripristino degli apparati tecnici essenziali per la trazione a vapore, costituendo un unicum in Italia».
Il Museo nasce ne 2015
Il Museo ricorda che dal 2015 è impegnato «nel supporto operativo del progetto “Binari senza tempo” della Fondazione FS Italiane lungo i binari valsesiani, in collaborazione con il Comune di Varallo e la Regione Piemonte, contribuendo a creare una forma innovativa di turismo ferroviario, dal ritmo lento, sostenibile che valorizza il territorio nel quale la ferrovia è immersa». Un’esperienza che in sei anni vanta il trasporto di oltre 10mila passeggeri.
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Il futuro resta il treno
A fronte di queste considerazioni, affermano i responsabili del Museo, «la sola ipotesi di una dismissione per la realizzazione di piste ciclabili o simili destinazioni non può che manifestare un approccio miope e quanto meno superficiale. Per il semplice e basilare principio già citato, ossia che dove esistono i binari non devono sovrapporsi i servizi su gomma, è una sola la via che deve essere percorsa: il ripristino del treno. Questo servizio è di fatto il più confortevole, il più sicuro, il più sostenibile dal punto di vista ambientale. Ed è anche motivo di minor congestione del traffico sulle arterie stradali e in assoluto il collegamento più rapido con Novara. Rimane nella memoria la copertura dei 54 chilometri in soli 38 minuti di alcuni treni festivi dei primi anni Novanta».
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Anselmo
22 Maggio 2021 at 19:39
Ma ci mancherebbe solo lo scempio delle inutili piste ciclabili al posto di un servizio come la ferrovia. Volete la svolta green? Togliete tanti autobus a gasolio dalle strade ed elettrificate le linee ferroviarie come la Novara-Varallo. All’estero sono decenni avanti a noi. Qui in Italia si pensa solo al bene delle tasche delle varie amministrazione, invece che il bene dei contribuenti e non ultimo, l’ambiente.