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Ponzone truffa da 70 milioni che faceva capo alla ex Kalosfil
Ponzone truffa da 70 milioni che faceva capo alla ex Kalosfil. Avevano preso in mano una delle aziende tessili storiche di Ponzone con la promessa di rilanciarla, in realtà l’avevano inserita in una “truffa carosello” da 70 milioni di euro. Tutto grazie a una serie di operazioni e fatturazioni inesistenti verso la Polonia. A finire nei guai alcuni gli autori della truffa ai danni dello Stato.
Ponzone truffa da 70 milioni che faceva capo alla ex Kalosfil
La sentenza di condanna più pesante è nei confronti di Paolo B., amministratore della società che è già stato coinvolto in fatti analoghi in Lombardia, per lui il tribunale ha emesso una sentenza di sei anni. Due anni e due mesi nei confronti invece di Luca B., amministratore unico nell’ultimo periodo, un anno e sei mesi verso Gaetano D., che all’interno della compagine societaria aveva il ruolo di amministratore delle società fittizie. Condanna a un anno e sei mesi anche per Vanni T., amministratore di un’azienda di Candelo coinvolta nel giro di fatture false.
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Le indagini della Finanza
Ad accorgersi che qualcosa non andava era stata l’Agenzia delle Dogane, le indagini erano state coordinate dalla Guardia di Finanza. In pratica il nuovo Cda entrato in società nell’ultimo periodo aveva utilizzato l’azienda di Ponzone per portare a termine alcune operazioni intracomunitarie a cui era abilitata, si decide di puntare tutto sulle vendite verso la Polonia. Si trattava in realtà di “cartiere”, quelle che in linguaggio tecnico vengono identificate come ditte intestate a nullatenenti e senza magazzini che si limitano ad accumulare debiti per poi essere messe in liquidazione. In poco tempo l’azienda triverese era arrivata ad avere un aumento del volume d’affari passando da un milione del 2007 a 42 milioni nell’anno successivo, questo senza che vi fosse un aumento della produzione. La storica azienda nata negli anni Ottanta ormai da tempo non è più nel campo del tessile e nel capannone hanno trovato posto altre attività che nulla c’entrano con l’inchiesta portata avanti negli anni scorsi dalla Guardia di Finanza di Biella.
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