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Ricercatrice di Gattinara vola a Oxford per combattere il cancro

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Ricercatrice di Gattinara

Ricercatrice di Gattinara selezionata per un importante progetto di ricerca a Oxford: riguarderà il cancro all’esofago.

Ricercatrice di Gattinara a Oxford

Importante risultato per la 30enne gattinarese Marta Serafini: è stata scelta per un progetto di ricerca sul cancro all’esofago finanziato dalla Fondazione Airc a Oxford. La carriera della dottoressa in chimica e tecnologia farmaceutiche proseguirà dunque all’estero. Valutata come la migliore studentessa del suo corso, Serafini ha vinto per il post dottorato una borsa di studio biennale dell’associazione per la ricerca sul cancro ad Oxford. La giovane ha appena concluso il dottorato all’Università del Piemonte orientale, sede di Novara, con la professoressa Tracey Pirali e si è aggiudicata un finanziamento dell’Airc.

Ad Oxford cercherà di sintetizzare nuove molecole in grado di degradare le proteine tumorali per combattere il carcinoma all’esofago con la tecnica innovativa denominata Protac.

Il progetto capsaicina

Un altro progetto sviluppato dalla dottoressa era stato valutato eccellente a maggio del 2020. Grazie anche alle sue ricerche, si potrà acquistare online, ma non ancora in Italia, un prodotto cosmetico a base di capsaicina, principio attivo del peperoncino. Per il progetto la ricercatrice aveva ricevuto il prestigioso premio internazionale della European federation for medicinal chemistry.

Passione per la ricerca

«Ho finito il dottorato lo scorso novembre – racconta – ma già a giugno avevo domandato la borsa di studio di Airc per il post dottorato. Sarei dovuta partire a gennaio, ma causa della Brexit, partirò ad aprile. Ho vinto il finanziamento per due anni per l’Università di Oxford. Non ho mai lavorato su questa tecnica innovativa. Non ci sono farmaci approvati che utilizzano questa tecnica; due composti sono in fase uno del trial, quindi non arriveranno presto al paziente. Non mi aspettavo questo risultato – afferma Serafini – progetto e curriculum dovevano essere solidi per partecipare alla domanda, e così è stato. E’ d’obbligo durante il dottorato fare un percorso all’estero, per capire com’è la realtà fuori dall’Italia, ma la mia idea è di tornare e magari aprire un laboratorio mio. Questa carriera dà molte soddisfazioni, ma è un mondo molto competitivo e stressante e devo studiare tutta la vita, bisogna essere bravi. Se c’è la passione per la ricerca si fa».

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