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Roasio ha detto addio Alain con quasi tre mesi di ritardo: “Grazie a chi ci è stato vicino”
Roasio ha detto addio Alain con quasi tre mesi di ritardo: “Grazie a chi ci è stato vicino”. Il funerale di Alain Onesti è stato celebrato nei giorni scorsi.
Roasio ha detto addio Alain con quasi tre mesi di ritardo: “Grazie a chi ci è stato vicino”
L’uomo di 67 anni era deceduto per tumore fulminante mentre era in Africa per lavoro. Ci sono voluti due mesi e mezzo per riportarlo nel suo paese e ai propri cari. Nei giorni scorsi salma è arrivata finalmente in Italia via Turchia e lunedì pomeriggio è stato celebrato il funerale. Tante le persone che hanno voluto essere vicine alla famiglia in questo momento. «Tutti quelli che l’hanno conosciuto mi hanno fatto le condoglianze dicendomi “era un uomo buono” – racconta ancora la figlia su Facebook -.. Sì papà era buono con tutti. Mi mancherai papà ma sono felice che finalmente siamo riusciti a farti tornare a casa».
Lavoro
Come tanti cittadini di Roasio anche Alain Onesti lavorava in Africa. La sua è stata una vita passata nei cantieri edili, ma anche in raffinerie sia in Ghana che in Nigeria. A fine 2019 era arrivata una proposta lavorativa per la Libia, forse l’ultima prima della pensione. Si sentiva con la famiglia in continuazione. Purtroppo in Africa ha scoperto di avere un tumore. Era il 15 maggio quando il 67enne venne ricoverato in ospedale di Gialu, vicino a Bengasi, alla famiglia aveva detto di aspettare il responso. Due giorni dopo la morte: un cancro fulminante non gli ha lasciato scampo.
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Dopo la morte il rimpatrio della salma è stato un vero e proprio tour. La famiglia si era da subito attivata cercando di interessare la Farnesina, ma in questi mesi sono arrivate solo scuse. Prima la mancanza di carte per il trasferimento della salma, poi il Covid e in mezzo c’era pure la guerriglia nel deserto. La svolta è arrivata soltanto nelle ultime settimane, la storia è venuta anche a galla con tanto di servizio apparso sul Corriere della Sera.
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