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Sanità Valsesia: «Letti e strumenti inutili se manca il personale»
Claudio Zaninetti, ex sindaco di Guardabosone scrive le sue considerazioni sul futuro del nosocomio locale.
Sanità Valsesia: «Letti e strumenti inutili se manca il personale». Da Claudio Zaninetti, ex sindaco di Guardabosone, ma qui in veste di semplice cittadino, riceviamo e pubblichiamo una riflessione sul presente e il futuro della sanità locale.
Sanità Valsesia: le considerazioni di Zaninetti
«Leggo su Notizia Oggi di giovedì 19 gennaio le dichiarazione del direttore generale dell’Asl Vercelli, Eva Colombo. Il direttore torna ancora una volta sull’argomento “terapia intensiva all’ospedale di Borgosesia”. Sono certo di non esagerare quando affermo che di questa struttura ospedaliera se ne parla ormai da almeno 20 anni. Regolarmente dopo le dichiarazioni di rito tutto torna nel dimenticatoio. Quando l’ospedale si chiamava ancora “Poveri infermi” ed era nella vecchia sede, venne allestito un reparto con letti monitorati, destinato ad accogliere la cosiddetta “rianimazione”. Ebbene, non se ne fece nulla. Il reparto diventò l’Unità di terapia intensiva coronarica, annessa alla cardiologia, e i letti furono comunque impiegati con un indirizzo terapeutico diverso.
La terapia intensiva
Ora si sta allestendo la terapia intensiva, e per fare ciò il Cup e alcuni uffici amministrativi sono stati dislocati al Lingottino. Lì ovviamente l’Asl paga l’affitto. Ma, udite udite. A luglio l’ospedale “Santi Pietro e Paolo” avrà l’unità di terapia intensiva con otto letti più due di terapia sub-intensiva, poi andrà strutturata una èquipe medica per poterla far funzionare. E qui purtroppo casca l’asino. Oggi per far funzionare le sale operatorie bisogna ricorrere ad anestesisti strapagati a gettone, che arrivano da ogni parte. Mi si vuole spiegare come e dove verranno trovati gli anestesisti rianimatori per far funzionare una rianimazione 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno? E il necessario e indispensabile personale infermieristico?
Colpa dell’Asl di Vercelli?
Non è certo colpa dell’Asl Vercelli se non si trovano medici, ma dopo chiusure drastiche alle iscrizioni alle facoltà di Medicina e chirurgia e ancora più drastiche restrizioni ai posti disponibili nelle varie scuole di specializzazione, oggi ci troviamo con una carenza veramente preoccupante di medici, sia di base che specialisti, per occupare gli organici nei vari reparti ospedalieri. Ed è proprio qui il nodo della questione. L’ospedale di Borgosesia avrà dei letti con i loro respiratori, monitor e centraline di monitoraggio per le funzioni vitali dei pazienti, ma ahimè non ci saranno medici e neppure infermieri per fare funzionare tutto ciò.
Una struttura per la cataratta
Considerazione davvero triste, ma purtroppo vicina alla realtà delle cose. Non molto diversamente forse andranno le cose con il progetto di allestire una struttura per gli interventi di cataratta, dove verrebbe utilizzati fondi offerti da associazioni e cittadini privati. Non sarebbe più utile rimanere con i piedi per terra senza abbandonarsi a sogni fantastici e pensare per esempio a fornire l’ospedale di Borgosesia sia una apparecchiatura per la risonanza magnetica? Oggi ogni giorno pazienti ricoverati e pazienti esterni devono recarsi in strutture sanitarie pubbliche o per la maggior parte private per essere sottoposti ad accertamenti diagnostici per mezzo di risonanza magnetica.
Riflessioni da cittadino
Queste sono ovviamente riflessioni di un utente, ma che forse non sono poi così pessimistiche, e pur avendo il peso di un pensiero di un comune cittadino, mi auguro vengano per lo meno considerate come spunto per future importanti decisioni che comunque interesseranno la vita dei cittadini della Valsesia, soprattutto quando si troveranno con problemi di salute a volte veramente difficili da affrontare e risolvere».
Claudio Zaninetti
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