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Sleddog valsesiano, l’impresa di Roberto Mattasoglio

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Sleddog valsesiano protagonista anche all’estero con Roberto Mattasoglio.

Sleddog valsesiano, l’esperienza di Mattasoglio

Lo sleddog valsesiano amplia le proprie prospettive impegnandosi in competizioni internazionali di media-lunga distanza. Il team di 6 siberian husky condotto dal varallese Roberto Mattasoglio, all’esordio di una rappresentanza italiana nell’impegnativa “Vercors Quest” tenutasi in Francia nell’omonima regione, schierato nella categoria LT2-1 (da un minimo di 5 ad un massimo di 8 cani), ha concluso una buona prova, piazzandosi all’11° posto sul totale di 25 concorrenti ed ottenendo, insieme agli altri connazionali, un gratificante “bravò les italiens !” dagli agguerriti cugini d’oltralpe, padroni di casa. La competizione si è svolta in 4 tappe consecutive ( di cui due intercalate da un bivacco notturno gestito con il materiale portato con sé in slitta), sviluppate su 40 km circa ciascuna, per un totale di 150 km, con dislivelli positivi di circa 1600 m giornalieri. I percorsi si sono snodati in un contesto di grande fascino attraverso praterie immacolate e boschi dormienti sotto un manto di neve abbondante, pur scontando in questa edizione un meteo che non è stato dei più favorevoli, con fastidiose bufere di neve causate da vento forte e temperature molto basse.

Lo sleddog in Italia

Roberto, che nel panorama dello sleddog agonistico, come la maggior parte dei praticanti in Italia, viene dalle gare di sprint, ovvero corse di pochi chilometri senza difficoltà ambientali di rilievo, (piste di fondo ben curate, con tracciati che vanno dai 5-7 km della categoria 2 cani, ove milita con successo la giovane serravallese Valentina Durio, ai 12-14 Km della categoria 6 dove è protagonista da molti anni il gattinarese Luca Castelletta, fino ad un massimo di 18-20 nelle categorie di 8 cani ed oltre), ha definito questo tipo di competizioni, l’apertura di una porta su un nuovo mondo.

In termini un po’ romantici, vi riconosce un maggior avvicinamento ai contenuti originari ed alle ragioni di questa attività, che riflette l’atavico rapporto di interdipendenza e collaborazione tra l’uomo ed il cane a fronte di una natura talora ostile, generando un reciproco e comune vantaggio. Sul piano sportivo, è evidente l’allargamento dello scenario ad orizzonti naturali più vasti e spiritualmente più appaganti.

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