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Vaccino ReiThera, beffa per i volontari della sperimentazione: niente pass

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Vaccino ReiThera, beffa per i volontari della sperimentazione: niente pass. Sono un migliaio in tutta Italia i volontari che nei mesi scorsi si erano offerti per la sperimentazione del siero (l’unico) prodotto in Italia dal tecnopolo di Castel Romano specializzato in vettori adenovirali.

Vaccino ReiThera, beffa per i volontari della sperimentazione: niente pass

La Corte dei Conti però dallo scorso maggio ha bloccato il finanziamento pubblico per realizzare la fase 3 della sperimentazione e avviarne la produzione industriale. Mancando questo fondamentale passaggio, le agenzie del farmaco Ema ed Aifa non hanno inserito ReiThera tra i vaccini efficaci. Una delle conseguenze per coloro che che si sono sottoposti alla sperimentazione è di non poter accedere al pass sanitario, pur avendo una risposta anticorpale contro il Covid19. Niente Green card quindi, e nemmeno una terapia con uno dei quattro vaccini autorizzati in commercio, visto che, appunto, sono già immunizzati. Un problema non da poco, visto che chi non avrà la Green card verrà probabilmente sottoposto a consistenti privazioni della libertà individuale.

Tiramani tra i volontari ReiThera

Tra i volontari che rischiano di non poter prendere un caffè senza tampone ci sono anche il sindaco di Borgosesia Paolo Tiramani e il primo cittadino di Postua, Maria Cristina Patrosso. «Speranza non abbandoni chi ha contribuito a sperimentazione – ha chiesto Tiramani -. Faccio nuovamente un appello al ministro affinché non abbandoni chi, come me, ha preso parte alla sperimentazione del vaccino anti-Covid Reithera ma oggi non può ricevere il Green pass. Io, infatti, sono uno di quei mille cittadini che si è offerto di testare il vaccino italiano, poi sospeso dalla Corte dei Conti, ma che non può ricevere il Green pass perché Reithera non è stato riconosciuto e la sperimentazione è stata sospesa. Non solo, non posso neppure sottopormi ad altra vaccinazione perché ho già la copertura anticorpale. Insomma, ho preso parte in prima persona in una cosa in cui credevo ma, come diversi italiani, rischio di dover subire una discriminazione. Siamo trattati come i no vax. Serve immediatamente l’intervento del ministro della Salute per rimediare a questa falla che sta penalizzando seriamente i volontari che hanno dato un contributo importante alla ricerca italiana».

Proposta

Per questo Tiramani spinge la proposta avanzata dal sottosegretario Pierpaolo Sileri. «Sono in contatto con la segreteria del ministro – afferma – per trovare una soluzione destinata a sbloccare la situazione. Si tratterebbe di effettuare un test sierologico che attesti la presenza di anticorpi, così da ottenere il Green pass. Comprendo le ragioni che hanno portato a sospendere i finanziamenti alla sperimentazione di ReiThera, che costa svariate decine di milioni di euro mentre nel frattempo sono arrivati quattro vaccini funzionanti, ma non si deve mettere in difficoltà chi si è prestato alla sperimentazione». Sileri aveva affermato che avrebbe chiesto al Comitato tecnico scientifico cosa fare, «ma per ora non c’è stata risposta», conclude Tiramani. E intanto i volontari rischiano anche di non poter effettuare gli esami e i controlli a cui avrebbero dovuto sottoporsi per almeno i prossimi due anni.

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