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Borgosesia, una telefonata del sindaco finisce con una querela
La giunta ha deciso di agire contro un medico che avrebbe minacciato l’amministrazione.
Borgosesia, una telefonata del sindaco finisce con una querela. La giunta ha deciso di agire contro un medico che avrebbe minacciato l’amministrazione.
Borgosesia, una telefonata del sindaco finisce con una querela
Una telefonata turbolenta con strascico legale. La conversazione è avvenuta tra il sindaco di Borgosesia e un’altra persona, però attraverso il viva voce si sarebbe inserito un terzo interlocutore che avrebbe proferito minacce contro l’amministrazione.
E’ un po’ questo il quadro che si ricava a legge una recente delibera di giunta, in cui si autorizza il sindaco Fabrizio Bonaccio «a presentare atto di querela al fine di tutelare il sindaco stesso e l’ente che questi rappresenta, nei confronti del medico le cui generalità sono riportate nella relazione che non viene pubblicata per ragioni di riservatezza».
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Un “viva voce” che ha portato guai
Gli interlocutori del sindaco sono quindi coperti dalla riservatezza, così come non si sa nulla circa l’argomento della telefonata che ha dato la stura a tutto. Sempre a leggere la delibera, si capisce che questa conversazione avrebbe avuto luogo mercoledì 11 dicembre. Da una parte il sindaco Bonaccio, dall’altra un ignoto interlocutore.
A un certo punto però, si legge nella delibera, «il sindaco si rendeva conto che la stessa (la telefonata), veniva effettuata in viva voce, senza il suo consenso, alla presenza di una terza persona che minacciava l’amministrazione e i dipendenti comunali, come meglio descritto nella relazione agli atti del Comune. Poiché tale deprecabile comportamento creerà rischi di incolumità alle persone sopra indicate, si ritiene di procedere con querela alle autorità competenti verso l’autore dei fatti esposti».
Incarico a un avvocato
In ragione di ciò, la giunta ha «ritenuto doveroso conferire incarico legale per effettuare la querela ad un avvocato di fiducia dell’amministrazione, Alberto Villarboito». Una decisione presa all’unanimità dalla giunta riunita il 13 dicembre.
Ovviamente questa è la versione dei querelanti, in giudizio (se ci si arriverà, a meno di trovare prima una soluzione) ci sarà evidentemente anche una risposta da parte del querelato.
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