Cronaca
Obbligò il treno a inchiodare alle sbarre di Romagnano: condannato
Obbligò il treno a inchiodare alle sbarre di Romagnano: condannato per tentato disastro ferroviario.
Obbligò il treno a inchiodare alle sbarre di Romagnano
Con il suo pick-up si era fermato proprio sulle rotaie della linea ferroviaria Novara-Varallo, soltanto il tempestivo intervento del macchinista evitò un disastro ferroviario. A processo è finito l’automobilista di 42 anni che era stato condannato già in Corte d’Appello e la Cassazione ha ribadito la linea.
L’automobilista si è sempre difeso sostenendo di aver trovato le sbarre alzate e di non essersi reso conto di ciò che stava accadendo. Una versione però che in tutti i gradi di giudizio non ha convinto i giudici. Da qui la condanna.
L’episodio nel 2013
L’episodio risale al maggio del 2013, quando era ancora attiva la linea Novara-Varallo. Quel giorno l’uomo transitando lungo la strada provinciale si era fermato a Romagnano nei pressi della stazione con il suo pick-up sulle rotaie. A detta sua le sbarre erano alzate forse per un malfunzionamento. E proprio in quel momento stava arrivando il treno.
La prontezza del macchinista evitò lo scontro e il convoglio si fermò in tempo, a poca distanza dal veicolo. Nel frattempo erano state allertate le forze dell’ordine. In seguito alle indagini era stato contestato il reato di tentato disastro ferroviario nonostante le dichiarazioni dell’uomo. Per il macchinista e i passeggeri erano stati attimi di vera paura.
Le condanne
Un processo nel settembre 2020 si era concluso di fronte alla Corte d’Appello di Torino che aveva ritenuto l’imputato colpevole perché la sosta col veicolo sui binari poteva rischiare il disastro ferroviario. Era stato presentato ricorso in Cassazione, infatti la difesa dell’imputato contestava che la distanza tra il treno e il pick-up era considerevole e quindi non sussisteva il rischio di scontro, inoltre il conducente aveva attraversato il passaggio a livello mentre le sbarre erano ancora alzate.
Anche i giudici della Corte di Cassazione hanno ribadito la condanna, confermando che soltanto la prontezza del macchinista riuscì a evitare la collisione e l’incidente. Sul treno quel giorno stavano viaggiando diversi passeggeri, molti studenti.
L’imputato durante le varie udienze ha sempre sostenuto di non aver alcuna intenzione di far del male. Le prove raccolte a suo carico però invece hanno convinto i giudici anche della Corte di Cassazione del contrario.
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