Cronaca
Strage di pecore, il sindaco di Carcoforo: una cosa mai vista
Strage di pecore a Carcoforo: un episodio davvero sconcertante, a cui ancora non è stata trovata una spiegazione certa.
Strage di pecore nel burrone
Decine di pecore morte, in fondo a una scarpata scoscesa. Un bruttissimo incidente a cui è ancora difficile dare una spiegazione con sicurezza. È una scena raccapricciante quella che si sono trovati di fronte i soccorritori domenica all’Alpe Egua, dove un gruppo di un centinaio di ovini è precipitato in un burrone. È pressoché certo che gli animali siano stati spaventati da qualcosa: a quel punto, alcune pecore si sarebbero dirette verso il precipizio. La natura gregaria di questi animali, con il marcato istinto a seguire i loro simili, potrebbe avere fatto il resto, conducendo alla strage.
Le ipotesi
«Una cosa del genere da queste parti non era mai capitata – conferma il sindaco di Carcoforo Vittorio Bertolini – certamente il gregge è stato spaventato, perché è difficile immaginare che qualche pecora possa essersi diretta spontaneamente verso una zona così scoscesa. Impossibile però fare ipotesi certe: potrebbero essere stati dei lupi, ma anche dei cani randagi o magari c’è stato un errore del pastore. Un’ottantina di ovini purtroppo ha dovuto essere smaltita all’inceneritore perché non c’era posto per sotterrare un numero così cospicuo di animali. Quindici, venti, invece le pecore che per fortuna sono state messe in salvo».
Le polemiche
L’episodio di domenica, al di là della compassione per le pecore morte, ha riacceso anche sui social la diatriba tra animalisti e allevatori. Questi ultimi, di recente, a margine di un incontro sul tema che si è svolto al Teatro civico di Varallo, erano scesi in piazza per protestare contro le sempre più frequenti predazioni a cui sono sottoposti greggi e mandrie, con conseguenti cospicue perdite economiche. Un “muro contro muro” che quest’ultimo incidente in alta montagna rischia di rinfocolare ulteriormente.
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Mariagrazia bacchetta
20 Agosto 2020 at 10:52
Allevatori scellerati dal mio punto di vista. Se hai un gregge lo curi e lo metti in sicurezza. Non li lasci incustoditi e te ne vai in stalla o peggio ancora…. se devo stare 8 ore dietro ad una scrivania ci devo stare. Punto. Solo buoni a lamentarsi a posteriori e a pretendere risarcimenti. Dei poveri animali frega una cippa. Sono solo fonte di reddito.
Laki
20 Agosto 2020 at 21:36
Hai pienamente ragione!
Sono una categoria che forse più di tutti, negli anni hanno sempre avuto sovvenzioni e contributi, Poi invece della stalla facevano la villa.
Ho visto alcuni che trattano gli animali malissimo,e invece di curarli se ne stanno al fresco sotto una pianta
Viva il lupo e la natura
Paolo Galletti
21 Agosto 2020 at 0:11
Avranno mangiato marijuana di sti tempi la coltivano anche nei boschi.
Roberto x
21 Agosto 2020 at 15:31
È evidente che non sappiate nulla di ciò che comporta la vita dell’allevatore di bestiame e dei relativi sacrifici.
Provate solo a condividerne una giornata di lavoro e poi rimpiangerete il lavoro d’ufficio…
Laki
21 Agosto 2020 at 16:12
Ci voleva!!! La frase dell’ acculturato
Allora sarebbe come a dire che tutti gli altri lavori non sono fatica?
Talvolta sotto pagati e senza nessun contributo.
Grazie per illuminarci di tanta cultura