Cultura e turismo
Un viaggio nella storia e nei segreti del Fenera: nuovo libro di Alessandro Orsi
Dopo il successo de “La piassa granda”, Alessandro Orsi torna in libreria con “Il monte antico”, un libro dedicato al Fenera.
Un viaggio nella storia e nei segreti del Fenera: nuovo libro di Alessandro Orsi
Un lavoro che già in questi giorni è apparso in buona parte delle librerie e delle edicole della zona, e che sta già avendo un ottimo riscontro. Si prospetta dunque un altro successo editoriale per uno degli autori locali più prolifici. Ex insegnante e dirigente scolastico, alla guida dell’Anpi e impegnato su numerosi fronti, Orsi è un grandissimo appassionato di storia, curioso e tenace nel seguire le tracce lasciate da personaggi, luoghi e vicende più o meno lontane nel tempo. E alla fine ne esce sempre una sintesi bella e appassionante. Come appunto è “Il monte antico”, volume realizzato da Idea Editrice, la società cui fa capo anche Notizia Oggi.
Sandro, da dove nasce l’idea di un volume sul Fenera?
All’inizio del 2020 fui contattato da Viviana Gili, direttrice del museo “Conti” di Borgosesia, che mi propose una serata appunto sul Fenera. Intendendomi poco di grotte e speleologia, le dissi che avrei parlato di quella montagna sotto un profilo storico. Lei acconsentì e io iniziai a raccogliere materiale. Poi arrivò Il Covid e le attività furono tutte sospese. E io ne approfittai per cominciare a scrivere il libro.
Ma al di là dell’occasione, ci sono anche motivazioni più personali riguardo il Fenera?
Certo. Io frequento le montagne e, come è noto, sono appassionato di storia della Resistenza. Ebbene, da questo punto di vista il Fenera è stato davvero teatro di venti mesi incredibili, in quel periodo. Era in azione la Brigata Osella, comandata da un personaggio davvero particolare come Mario Vinzio, che aveva come commissario politico addirittura un sacerdote, don Sisto Bighiani, e che prendeva il nome da un industriale che era stato podestà, poi fucilato. Già qui si intrecciano delle storie davvero singolari.
Ma non c’è solo la Resistenza…
C’è moltissimo altro. Il Fenera è stato luogo di culti pagani, e tuttora ha un alone di mistero e di inquietudine che è quasi palpabile. Le ricerche di Oliviera Calderini sono eccezionali, in questo ambito. E infine, devo anche dire che il Fenera me lo trovo di fronte ogni volta che apro le finestra a casa, quindi…
Come è strutturato il libro?
In tre parti. La prima parte riguarda la storia in generale, dai celti ai giorni nostri. Con tanti personaggi e vicende davvero curiose, a partire per esempio dalla realizzazione della famosa croce, che fu tutt’altro che indolore… Una seconda parte è poi dedicata alla Resistenza, vuoi per l’importanza del periodo storico in sé, vuoi perché nella zona del Fenera accaddero cose al limite dell’incredibile. Infine una terza parte è dedicata agli itinerari che si possono percorrere sul monte: camminate davvero belle ma anche molto significative quando si conosce la storia dei luoghi, dei cippi, delle frazioni…
In effetti, oggi il Fenera è un parco…
Sì, un parco che a mio avviso meriterebbe di essere promosso e conosciuto meglio, perché è davvero un patrimonio della Valsesia e di tutto il territorio. Molto è stato fatto, per esempio sui sentieri, ma davvero meriterebbe che venisse conosciuto da un pubblico più ampio.
Il libro del Fenera arriva un anno dopo il successo della “Piassa granda”, e rappresenta una nuova puntata del filone…
Sì, in effetti i due lavori hanno legami stretti. In primo luogo perché di fatto sono entrambi libri di storia locale, e quindi diciamo che in parte hanno anche un intento “didattico”, in senso lato. In secondo luogo in entrambi i casi il periodo della Resistenza è centrale.
La Resistenza torna sempre…
Sì, ma non è solo perché io ne sono particolarmente appassionato. Di fatto, mai la Valsesia si trovò e vivere venti mesi intensi come quelli della guerra di liberazione. Certo, ci sono stati altri momenti “storici”, ma mai un lungo periodo in cui tutta la comunità fu chiamata a una prova intensa, tragica, epica.
I due libri sono però anche diversi per l’ambientazione, diciamo così…
Certo, la “piassa” era dedicata alla città, a un contesto urbano ben delimitato. Quello del Fenera è invece un mondo più variegato, contadino, legato all’agricoltura. Ma anche ricco di un passato che va molto più indietro rispetto alla nascita degli agglomerati urbani in zona.
In effetti, quando in Valsesia si parla di preistoria, il primo riferimento è il Fenera.
Certo. Ma teniamo conto che il Fenera è un po’ la “sentinella” della valle. In passato, chiunque volesse entrare in Valsesia dalla pianura doveva passare nello stretto corridoio tra il Fenera e il Sesia, la zona dove adesso c’è la strada tra Borgosesia e Grignasco. E in questa zona ne capitarono di tutti i colori.
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E’ stato anche una base di Fra’ Dolcino…
Sì, anche se per un periodo breve. Però si può dire che qui Dolcino inventò la guerra delle bande, quella che oggi si chiamerebbe forse guerra asimmetrica. Piccoli scontri improvvisi e rapidi, insomma, invece della classica battaglia tra due eserciti che si fronteggiano. E questa guerra di bande fu poi maestra, secoli dopo, proprio per i partigiani.
Nei decenni scorsi la zona era molto popolata.
C’erano frazioni con centinaia di abitanti ciascuna. Oggi tanti insediamenti sono ridotti a pochissime persone, o del tutto disabitati. Ecco, forse la storia di queste frazioni avrebbe meritato più spazio nel libro. Ma bisogna fare delle scelte… Direi che di materiale ce n’è molto, tra l’altro corredato di fotografie davvero significative. Mi auguro che possa essere apprezzato.
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Mario Cerutti
22 Dicembre 2021 at 18:27
vorrei sapere dove posso trovare : il Monte Antico
A Maggiora nell’edicola non si trova e neppure al Dialogo libreria di Borgomanero
Notizia Oggi
22 Dicembre 2021 at 18:34
Buonasera. Lo troverà sicuramente a Borgosesia nel nostro ufficio (ci trova lunedì, martedì, giovedì e venerdì mattina dalle 9 alle 13) oppure in tutte le edicole e le due librerie della città. Altrimenti può provare a chiedere nelle edicole nei dintorni di Maggiora (Grignasco, Prato Sesia, Boca, Cavallirio).