Economia e scuola
Dialetto a scuola: ecco la proposta di legge regionale
Dialetto a scuola: ecco la proposta di legge regionale. Sta facendo molto discutere, la proposta di legge del consigliere regionale della Lega, Andrea Cane che mira a salvaguardare e valorizzare il patrimonio linguistico e dialettale regionale, “in quanto elemento qualificante dell’identità piemontese”.
Dialetto a scuola
La proposta di legge prevede che il piemontese venga utilizzato anche nella cartellonistica, nella segnaletica turistica e per i segnali stradali. Inoltre, per sostenere il progetto, ci sarebbero corsi per l’apprendimento linguistico rivolti alla popolazione.
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Le attività
Saranno messi in atto anche accordi con l’ufficio scolastico regionale per valutare attività didattiche extracurriculari e facoltative per gli studenti e collaborazioni con Atenei, associazioni e istituti culturali per la ricerca storica e scientifica.
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mirko
13 Novembre 2022 at 15:59
il dialetto a scuola è come chiudersi nella cuccia del coniglio, e non guardare ed essere persona del mondo con lingua italiana, lo si capisce bene quando si e al bar oh in piazza, quando parlano in dialetto piemontese in mezzo alle persone di diversi nazionalità e non capiscono una cippa, ancora peggio chi parla dialetto che non capisce se chi lo ascolta capisce, pessimo esempio di ignoranza !!!
ancora peggio nel mondo del lavoro, x chi vuole espandersi all’estero parla il dialetto e non l’inglese.
e zucca di sommaro il progetto, ma svegliati !!!!
Ermanno
13 Novembre 2022 at 19:48
Lei parla di disagio di quelli che ascoltano chi parla in dialetto, immagini il nostro nel leggere le sue farneticazioni scritte chiaramente da uno che la lingua italiana non sa cosa sia. Prima di parlare di ignoranza, abbia l’umiltà di tacere. Il dialetto non vuole sostituire ne l’italiano ne le lingue straniere, ma vuole essere mantenuto vivo come parte della cultura secolare che proprio la globalizzazione sta spazzando via.
mirko
13 Novembre 2022 at 21:07
non e la globalizazione che spazza via il tuo dialetto aramaicolatino, ma il numero superiore di stranieri che ci abiteranno in valle vi schiacciano come noci.se continuano a venire con barche e barconi, il tuo dialetto sai dove te lo mettono ? in quel b….
parla scrivi, leggi e studia italiano che e meglio polentone !
e con stranieri che fanno figli a go go che neanche un vero valsesiano non sa fare, tra 20anni lo capisci e vedi meglio
Ermanno
14 Novembre 2022 at 8:41
Continuo ad essere basito dai farneticanti commenti che dicono di “studiare l’italiano” scritti da uno che l’italiano non lo ha mai studiato. Caro “mirko”, prima di criticare gli altri e la cultura che gli altri possiedono, studialo tu per bene l’italiano, che ne hai davvero bisogno. Saluti.
mirko
14 Novembre 2022 at 11:54
grazie del consiglio del studiare l’italiano, e ci vado volentieri, ma sono pure orgoglioso di studiarlo, perchè mi rende libero di andare ovunque, e in qualunque posto che sia di lavoro oh società si e ben accettato, mentre il dialetto non seve da nessuna parte, ti serve solo ad essere un cavernacolo antiquato dei tempi moderni, oggi e ovunque si scrive tutto in italiano e se esci dall’italia, almeno una lingua straniera corretta la devi sapere se vuoi vivere dignitosamente
sennò te ne ritorni in caverna col tuo dialetto, e alla nuova generazione gli devi insegnare come persone del mondo che parla correttamente l’italiano e pure lingua straniera sennò te mandano a raccogliere i pomodori se vuoi vivere.
il dialetto è come il latino che un tempo ti insegnavano alle scuole, e che oggi nessuno ne parla, e nessuno ne sa parlare, questo è l’esempio di come si spreca tempo e denaro con la sua mentalità cavernacolo, gli lo già detto, prima che tra 20anni con un mondo mescolato, se non parli e scrivi bene l’italiano il lavoro non lo trovi facilmente.
e pensa a quelli che parlano solo il dialetto, che pena mi fanno a non saper parlare l’italiano
svegliati !!!!
e con l’elettronica che si trova ovunque x qualunque pratica e di lavoro, il dialetto non serve !!!!!
svegliati ancora polentone .
Ermanno
14 Novembre 2022 at 16:54
Ribadisco lo stupore che una persona che chiaramente non ha studiato (non solo l’italiano) accusi il prossimo, dimostrando l’ottusità completa di chi non ha assolutamente capito il senso dell’iniziativa. L’astio che sfoghi qui (fino a che ti è permesso) è sinonimo di estrema ristrettezza mentale e di ignoranza (ma questa l’hai dimostrata ampiamente nelle tue farneticanti risposte). Per tua informazione il latino (come il greco) è ancora insegnato nelle scuole, ma sappiamo che tu ignori anche il significato della parola “scuola”.
Grazie per averci intrattenuto con le tue deliranti farneticazioni, grazie per averci dimostrato di non capire nulla. L’essere ignoranti è una scelta che hai fatto tu, il non comprendere è un limite genetico.
Liliana Boraso
13 Novembre 2022 at 21:25
Sono pienamente d’accordo, i dialetti sono parte della nostra cultura e della nostra Italia unica e speciale
gianni
15 Novembre 2022 at 10:58
vi ho letti tutti i vostri discorsi sul dialetto se applicarla oppure no.
beh mi pare che vogliate tornare al passato con un sistema americano del tipo KU KLUX KLAN dove chi capisce il dialetto, entra nel rango della società e chi non capisce e non lo parla sta fuori, questo metodo significa disprezzare la persona di qualunque ceto sociale, ah ecco perchè volete tornare al dialetto, ma evidentemente a qualcuno non piace che qualche straniero gli tocchi la figlia e lo porta nel letto ?
se e cosi mi vien da ridere ahahahaah
e già, quando c’era l’emigrazione di meridionali, veneti ed altri, ne dicevano in dialetto, guai se entrano in casa mia, ahahahaha
e oggi ?? con tanta mescolanza di società multietcnico vi fa paura ???
c’è solo da ridere con certe persone con quel pensiero di insegnare il dialetto, pensieri pericolosi !!!!
Ermanno
15 Novembre 2022 at 18:05
Mi congratulo anche con lei per aver dimostrato l’ottusità tipica di chi non capisce (perchè non riesce a causa di limiti fisici o perchè non vuole a causa di limiti culturali). Qui, in questa paginetta, chi discrimina è lei e quell’altro fenomeno di “mirko”. Il dialetto non è una forma di discriminazione perchè non va a sostituire l’italiano o le lingue straniere. Che vi piaccia o meno, che lo usiate o meno, il dialetto (anzi i dialetti, visto che in Italia ne abbiamo centinaia) sono parte integrante del patrimonio culturale nazionale. I dialetti hanno radici profonde e antichissime e costituiscono un valore da difendere come tutte le tradizioni che ci rendono unici a livello mondiale. Cosa è che vi da fastidio nello specifico, in una proposta che si prefigge l’idea di tutelare una risorsa culturale? Meglio le influenze basso culturali che attanagliano i giovani di oggi, dove se non usi “bro” nelle frasi sei un emarginato? Meglio gli slang basso culturali di origine statunitense? La discriminazione è solamente nella mente degli ignoranti. Meditate.
Roberto x
20 Novembre 2022 at 9:24
Sono d’accordo: il dialetto, qualunque dialetto, va preservato perché appartiene alla identità di un popolo. Chi sposta la questione su qualsiasi altro piano (razzismo, ecc.), sbaglia.
alessandro
16 Novembre 2022 at 20:42
ciao tutti se mi permettete oggi ero al bar e c’era uno che parlava il dialetto, e io gli ho chiesto perchè parli sempre in dialetto ? e lui mi risponde, faccio fatica a parlare bene l’italiano, bravo !
ahahahaha
denken sie darn , dass sie den dialekt sprechen
significat se obstruere in spelunca speluncis et non intuens quomodo mundus fiat
do you understand how the world is made ?? wake up.
thank you
ma a riso anche lui e benevolmente gli sarebbe piaciuto imparare anche altre lingue sopra tutto il francese x comunicare con suo cugino, ma il francese non lo capisce, e il cugino va x la sua strada e lascia perdere velocemente chi non capisce, e cosi lui si consola e si gusta la valsesia, eh gli ho detto il mondo e fatto cosi, coraggio e guarda avanti che e bello anche in valsesia.
scusate che mi son intromesso eh, ma e bello che tanti leggano la chat che apre la mente.
adesso devo vedere la partita ok
saluto
Ermanno
16 Novembre 2022 at 21:17
Bravo “mirko” hai cambiato nome, ma la sostanza resta la stessa: l’ignoranza. Saluti.
mirko
17 Novembre 2022 at 9:21
AHAHAHAHAHAH
AHAHAHAHH
vedo che ti 6 svegliato e svezzato
ahahahaha
Ermanno
17 Novembre 2022 at 20:43
Sei da commiserare. Pagliaccio da tastiera, tutto fumo e zero sostanza. Quelli come te rappresentano il peggio di questo Paese, per fortuna un peggio che non viene ascoltato, destinato all’oblio. Siete il vecchiume e il passato, ancorati ad una visione ristretta della vita e della società, tanto ristretta quanto è piccolo il vostro cervello. Ma fortunatamente siete in via di estinzione. Dobbiamo solo sopportarvi ancora un po’. Saluti.
P.S. Spero che venga presto chiusa la possibilità di replicare, che la farsa di costui è andata avanti anche troppo.
piero
18 Novembre 2022 at 22:57
ma lavati col tuo dialetto la bocca e non rompere, e parla italiano