CronacaNovarese
Marito-padrone condannato a 9 anni: i fatti a Romagnano
In aula i racconti dell’incubo vissuto dalla moglie: l’uomo non le permetteva di avere relazioni in paese.

Marito-padrone condannato a 9 anni: i fatti a Romagnano. In aula i racconti dell’incubo vissuto dalla moglie: l’uomo non le permetteva di avere relazioni in paese.
Marito-padrone condannato a 9 anni: i fatti a Romagnano
Condanna a poco meno di nove anni per un uomo di origine straniera che per almeno tre anni avrebbe vessato la moglie, anche lei di origine nordafricana. I due, entrambi sulla trentina, abitavano a Romagnano.
Una brutta vicenda di violenza e sopraffazione che ha avuto una certa risonanza anche in paese tra coloro che in parte potevano conoscere la situazione, e che adesso è arrivata a sentenza (almeno per quanto riguarda il primo grado del giudizio) dopo l’imputazione di maltrattamenti in famiglia.
I racconti della donna
La donna, secondo quanto raccontato da lei stessa dopo aver trovato il coraggio di denunciare, avrebbe vissuto almeno tre anni da incubo, con il marito che le impediva di incontrare altre persone, la umiliava anche in pubblico e le intimava di non lamentarsi con nessuno di questa situazione.
Un vero marito-padrone, insomma, sempre stando alla testimonianza della donna, e pure molto geloso. Un uomo che la sgridava anche solo se attaccava discorso con un conoscente. Per non parlare dell’impossibilità di trovarsi un lavoro e quindi vivere un’esistenza almeno in parte autonoma e fuori dal controllo dell’uomo.
Nel corso del procedimento è anche venuto fuori un episodio che si sarebbe verificato in una pizzeria della zona: l’uomo avrebbe iniziato a inveire contro di lei, al punto da afferrarla per la capigliatura e trascinarla fuori dal locale, non prima di averle tirato una sberla. Un’altra volta l’avrebbe chiusa in camera dopo l’ennesima discussione.
Trova il coraggio di denunciare
Impossibile anche rivolgersi agli assistenti sociali, visto che lui l’avrebbe pesantemente minacciata, intimandole il silenzio.
A un certo punto la donna, esasperata da questa situazione tremenda, ha deciso di fare due cose: abbandonare casa e marito per farsi ospitare in un’apposita struttura protetta. E denunciare il suo persecutore, raccontando la sua versione dei fatti alle forze dell’ordine. Una denuncia che risale a qualche mese fa, e che lei ha mantenuto nonostante nel frattempo qualcuno probabilmente legato al marito le avrebbe caldamente consigliato di ritirare.
La donna ha infatti raccontato di telefonate in cui una voce anonima le intimata di tornare dalle forze dell’ordine e rimangiarsi tutto, altrimenti la sua famiglia avrebbe potuto avere delle spiacevoli ripercussioni.
La condanna del tribunale
Alla fine i giudici del tribunale di Novara hanno per buona parte accolto le tesi della pubblica accusa, condannando l’uomo a quasi nove anni di carcere. L’avvocato difensore aspetterà probabilmente le motivazioni della sentenza per decidere se ricorrere in appello o no.
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