Danni da vaccino: a Gattinara le testimonianze di “Ascoltami”

Danni da vaccino: a Gattinara le testimonianze del comitato Ascoltami. Oltre 700 volantini distribuiti e 33 ore di presenza. I volontari che hanno allestito lo stand del Comitato Ascoltami durante “Luva” fanno il bilancio dei tre giorni della manifestazione.

Danni da vaccino

«Abbiamo distribuito circa 700 volantini – afferma la responsabile del gruppo, Paola Fara – volutamente solo a chi mostrava interesse o dubbi su quanto esponevamo. Circa il 90% delle persone ha riferito danni alla sua salute o a quella di familiari, amici, colleghi. Tutti hanno dimostrato di essere pienamente consapevoli della correlazione tra i problemi insorti e la vaccinazione, e tutti hanno espresso la ferma volontà di non sottoporsi a dosi successive – prosegue Fara -, rischiando eventualmente anche il lavoro in caso di nuovi obblighi. Li abbiamo invitati ad iscriversi al Comitato ed inviare la loro testimonianza».

Molti non vaccinati

Molte tra le persone non vaccinate sono in ansia per i familiari che, per scelta o per obbligo, hanno aderito alla campagna vaccinale. «Penso in particolare ad alcuni nonni – dice Fara – che ci hanno parlato dei loro nipoti, giovani o giovanissimi, che sono stati inoculati».

Una questione di fede

«Naturalmente abbiamo parlato anche con alcune persone scettiche sui danni, e fiduciose nelle indicazioni della scienza, della cui validità ed efficacia non hanno dubbi – puntualizza Fara -. Generalmente non hanno consapevolezza della reale composizione di questi sieri, che ritengono assimilabili ai vaccini tradizionali. Tendono ad affermare che poiché loro sono in salute i danni non esistono.

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L’intento del gazebo era anche quello di informare le persone meno sensibili al discorso degli eventi avversi, solitamente dogmatiche e a favore della campagna vaccinale. Per questo motivo abbiamo evitato accuratamente di trasmettere eventuali scelte personali, delle quali abbiamo potuto parlare con serenità solo con chi ha aderito alla vaccinazione poiché obbligato». Quasi scontata la presenza di qualche provocazione dialettica. «Alcuni interlocutori ci hanno stuzzicato nel tentativo di farci parlare di piani e teorie “complottiste”, con il chiaro intento di screditare noi e il nostro lavoro».

In Africa il Covid si cura

«Ci ha colpito la testimonianza di due donne della zona, che hanno rispettivamente un parente in Uganda e una conoscente missionaria in Congo. Hanno raccontato come le popolazioni di quegli Stati si siano curate subito con il chinino, farmaco che sono già abituati ad utilizzare contro la malaria e quando sono arrivati a loro i vaccini (peraltro anche scaduti), inviati dagli stati più “civilizzati”, li hanno semplicemente buttati…. Abbiamo incontrato anche alcuni professionisti in campo medico, tra i quali un’infermiera, una naturopata, un’odontoiatra che ci hanno confermato come la buona parte dei loro pazienti lamenti problemi di varia gravità, insorti dopo la vaccinazione, e che loro possono confermare essere assolutamente reali».

Le voci di chi è stato danneggiato

Nel gazebo allestito in corso Valsesia erano presenti anche alcune persone danneggiate dal vaccino, «che hanno potuto portare la loro esperienza diretta, è stata veramente molto significativa. Molti visitatori ci hanno spronato a non fermarci. Riteniamo che l’esperienza sia stata estremamente significativa anche se, purtroppo, quanto raccolto conferma l’enorme entità dei danni e il dramma che molti stanno vivendo».

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