Attualità
La libertà, la guerra, le donne: il 25 Aprile compie 80 anni
La Valsesia è stata decorata con la medaglia d’oro, e anche la Valsessera fu teatro di una lotta sanguinosa.

La libertà, la guerra, le donne: il 25 Aprile compie 80 anni. La Valsesia è stata decorata con la medaglia d’oro, e anche la Valsessera fu teatro di una lotta sanguinosa.
La libertà, la guerra, le donne: il 25 Aprile compie 80 anni
Terre di battaglia e di persone che hanno perso la vita per la libertà. Anche la Valsesia, la Valsessera e il Biellese celebrano oggi gli 80 anni da quel 25 aprile 1945 che segnò ufficialmente la fine della seconda guerra mondiale in Italia e l’inizio di una nuova stagione dopo il tunnel del fascismo e dell’occupazione.
Dalla Valsesia, con l’organizzazione dell’Anpi, un gruppo numeroso di cittadini è andato a Milano, città simbolo della Liberazione. Per Alessandro Orsi, presidente di Anpi Borgosesia e studioso di Resistenza da anni, un’occasione per fare qualche considerazione e risvegliare qualche ricordo tra storia e attualità.
Professore, che cos’è stata la Resistenza per la Valsesia?
Basti dire che nel 1973 l’allora presidente della Repubblica, Giovanni Leone, venne nella nostra valle per onorare i sacrifici fatti dai partigiani per la democrazia e la libertà. E la Valsesia ottenne la medaglia d’oro al valore militare proprio per l’impegno profuso nel corso della seconda guerra mondiale. Il nostro territorio ebbe un ruolo fondamentale in una fase particolarmente delicata della storia di Italia.
Tanti sono gli episodi cruciali che hanno segnato la Valle, ce ne sono alcuni particolarmente significativi?
Faccio qualche esempio tra i tanti. A Borgosesia un gruppo del battaglione “Rocco” si appostò sulla strada a nord della città e sparò a due motociclisti tedeschi. In risposta, sei partigiani vennero catturati e trucidati. Il pomeriggio del 19 luglio 1944 i nazifascisti arrivarono a Rozzo e uccisero 16 persone che proprio non c’entravano nulla, e lo fecero con una ferocia che davvero non risparmiò nessuno. Senza contare poi cosa avvenne a Gattinara il 20 giugno 1944: dopo un attacco partigiano, dal cielo nove aerei bombardarono la città. Un ordigno cadde nel cortile dell’asilo e per fortuna non brillò altrimenti sarebbe stata una strage. Tra l’altro era un giorno di mercato…
E poi la vicenda del ponte della Pietà…
Certo, con cinque partigiani impiccati. In quel frangente si spezzò anche la corda di una delle vittime e il frate presente gridò per cercare di trovare una soluzione e accorrere in soccorso dell’uomo ma il comandante nazifascista lo minacciò, chiedendo se volesse fare la stessa fine…
Una delle particolarità della Resistenza fu l’azione attiva delle donne…
Diciamo che fino al 1943 le donne erano sempre soggetti sottoposti alla famiglia: il modello fascista era quello appunto della madre di famiglia che doveva occuparsi della prole e della casa. Con la Resistenza molte figure femminili sono state grandi protagoniste non solo come staffette ma anche come partigiane “vere”. Alcune si arruolano proprio per la loro coscienza democratica che le spinse a intraprendere azioni consistenti.
C’è un momento saliente che potremmo ricordare in merito?
Quando le armate valsesiane arrivano a Milano ci fu il primo discorso su carro armato blindato con Moscatelli. A parlare c’era Teresa Mondini, denominata Marusca. Lei era una valsesiana che credeva nella Resistenza. E come lei tante altre si adoperarono per la nostra democrazia.
A 80 anni dalla Liberazione, come viene letta oggi questa fase storica?
Penso che se non si conosce la storia e se si vuole travisare, si finisce per ripetere le stragi già accadute. Oggi secondo me manca la conoscenza della storia e in primis della guerra. I ragazzi sono tendenzialmente distanti dalla memoria. Io ho scritto “Le urne dei forti” proponendo un percorso che partisse dai monumenti e riprendesse gli episodi storici, proprio per avvicinarmi ai giovani. Se vogliamo poi ampliare il discorso, l’Europa era in pace da decenni e di recente tutto è precipitato dall’Ucraina a Gaza. Sta rispuntando il nazionalismo. C’è secondo me una considerazione ridotta di quello che è successo in passato da parte degli attuali governanti. A differenza dei nostri paesi in cui la maggior parte delle amministrazioni sono molto sensibili sul 25 aprile, nelle alte sfere le posizioni sono diverse…
Oggi come Anpi sarete a Milano per un momento importante.
Al mattino ogni gruppo celebrerà in ogni paese i propri Caduti e a seguire intorno alle 12 partiremo per Milano. Siamo sino ad ora 7 pullman circa 450 persone provenienti dalla Valsesia, Valsessera, Vercelli e zona Verbano Cusio Ossola.
Vuole aggiungere ancora qualcosa?
Cerchiamo di studiare un po’ più di storia, certo non farà male…
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