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Medico “non lucido” all’ospedale di Borgosesia: la difesa della coop
Medico “non lucido” all’ospedale di Borgosesia: la difesa della coop. Il presidente della cooperativa “Cuori menti mani” Luigi Russo che gestisce il servizio di Pronto soccorso a Borgosesia non ci sta a passare per il cattivo di turno.
Medico “non lucido” all’ospedale di Borgosesia
Luigi Russo ha voluto contattare “Notizia Oggi” per dare la sua versione dei fatti. «Dall’1 luglio 2020 gestiamo il servizio di Pronto Soccorso e PPI di Borgosesia, dal 1° agosto copriamo il servizio h24, inoltre dall’1 novembre ci stiamo interessando anche del reparto Covid – spiega Russo -. Se i medici di cooperativa sono lì è perchè c’è una falla nel sistema dell’Asl».
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Il presidente della cooperativa non ci sta a far passare il proprio sodalizio come inadempiente: «Andare a infangare il nostro lavoro per un eventuale episodio negativo dopo otto mesi di lavoro fatti in maniera impeccabile non lo trovo intellettualmente corretto e onesto. Non abbiamo mai avuto una contestazione. Non si può giudicare una cooperativa per un episodio andando a dimenticare otto mesi precedenti».
Contatto con il sindaco
Russo ha provato anche a contattare il sindaco Tiramani: «Ho provato a scrivere al sindaco un commento nella sua pagina Facebook in cui comprendevo la sua posizione chiedendo un incontro, ma non ho avuto riscontro. Credo che il sindaco, esponente della sanità cittadina, debba andare ad ascoltare tutti». La cooperativa vuole tutelare la propria immagine: «Credo che ci si possa fino all’ultimo difendere da eventuali accuse. Infangare il nostro operato non è giusto. Anche perchè mi domando: c’è un test che dimostra lo stato di ebbrezza del medico? Ha fatto danni o morti? La risposta è no. Era barcollante perchè ha una displasia. Comprendo bene le beghe politiche, però non dobbiamo essere colpiti noi come cooperativa».
Professionista allontanato
La cooperativa ha allontanato il professionista. «L’ho sentito subito dopo l’episodio – riprende Russo -. Ovviamente gli ho detto che ha sbagliato a non sottoporsi al prelievo per verificare il suo eventuale stato alcolemico. Perchè è come un silenzio assenso. Mi ha detto che avevo ragione, ma per sua dignità personale non si è sentito di fare il test davanti a tutti in un pronto soccorso dove lavorava. La Asl mi ha contattato e mi ha detto di non metterlo più in turnazione, non vado a contestare la posizione e la attuo. Va però detto che si tratta di un professionista conosciuto e operante nel Torinese con un curriculum validato dalla stessa Asl».
La cooperativa
Sempre sulla condotta del medico il presidente della cooperativa aggiunge: «Vorrei ancora far notare che al pronto soccorso prima di visitare quello che è stato definito un “illustre sportivo” il nostro medico ha effettuato tre visite, tra qui una donna peruviana con la quale ha parlato fluentemente lo spagnolo per venti minuti. Non credo che un ubriaco si metta a parlare una lingua straniera così all’improvviso…». E per finire Russo aggiunge: «Non andiamo a infangare il nome della cooperativa e di tutti i medici che da otto mesi stanno lavorando senza sosta e con professionalità all’ospedale di Borgosesia. Comprendo perfettamente quanto le cooperative possano non essere gradite e quanto – nel corso del tempo – le stesse cooperative abbiano fatto di tutto per non meritarsi il gradimento. Ma qui siamo su un altro canale e su altri accadimenti».
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