Cronaca
Giovani immobilizzano coetanei e li rapinano in pieno centro
Giovani immobilizzano coetanei e li rapinano in pieno centro. “Novara è d’oro!” Questa è stata la frase in codice utilizzata dal “capo branco” E.S., cittadino marocchino di 18 anni, nella serata dello scorso 9 luglio. Proprio quella sera, nelle strade del centro di Novara è successo un episodio singolare. Il capo banda ha radunato i suoi complici attivando così la “caccia” ai danni di due ragazzi italiani, poco più che maggiorenni.
Giovani immobilizzano coetanei e li rapinano in pieno centro
E.S., insieme ad altri tre giovani nord-africani, M.E.A. di anni 18, L.S. di anni 19, C.M.A. di anni 19, secondo la ricostruzione effettuata dalla Polizia, avrebbero atteso che i due giovani malcapitati si spingessero in una strada isolata del centro e lì hanno colpito. Con movimenti fulminei, approfittando della maggioranza numerica, il gruppo avrebbe braccato le vittime. Dopo averle immobilizzate, con forza avrebbe strappato loro dal collo le catenine in oro per poi darsi alla fuga.
Le indagini partite
L’immediata attività d’indagine degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Novara ha permesso di ricostruire dettagliatamente la vicenda. Individuati quattro presunti componenti della banda. Grazie al repentino intervento è stato possibile recuperare gli oggetti preziosi sottratti alle due giovani vittime, riconsegnandoli ai proprietari.
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Vista la gravità dei fatti, M.E.A. ed E.S. sono stati sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria, successivamente convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Novara con il quale ha disposto per il primo la misura cautelare in carcere, mentre per il secondo la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Novara congiuntamente all’obbligo di presentazione quotidiano alla P.G.. Per gli altri due soggetti, L.S. e C.M.A., in un primo momento indagati in stato di libertà, è stata emessa, dal Tribunale di Novara, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita nel pomeriggio del 14 luglio associando gli stessi presso la casa circondariale di Novara.
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