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Per andare dal medico bisogna fare anche 30 chilometri: accade a Ghemme e Sizzano

I pazienti “dirottati” su ambulatori anche lontani: Invorio, Oleggio e addirittura Pogno.

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Per andare dal medico bisogna fare anche 30 chilometri: accade a Ghemme e Sizzano. I pazienti “dirottati” su ambulatori anche lontani: Invorio, Oleggio e addirittura Pogno.

Per andare dal medico bisogna fare anche 30 chilometri: accade a Ghemme e Sizzano

Dai 30 ai 60 chilometri (tra andata e ritorno) per raggiungere l’ambulatorio che sostituisce il medico di base, e tornare a casa. Questo quanto tocca agli ex pazienti di Ghemme e Sizzano della dottoressa Paola Maria Moretti, in pensione dalla scorsa settimana.

La comunicazione è arrivata dall’Asl di Novara. E nella nota, l’Azienda sanitaria indicava appunto anche le alternative per avere le prestazioni prima fornite dalla dottoressa Moretti. Il problema è che nessuna di queste si trova a meno di 16 chilometri di distanza dai due centri.

Gli ambulatori “alternativi”

I pazienti possono scegliere tra gli ambulatori di Cressa, a 16 chilometri di Ghemme. Di Borgomanero Santa Cristina, a 17 chilometri. Quelli di Invorio o Oleggio Castello, a circa 25 chilometri ciascuno. Oppure quello di Pogno, a 31 chilometri. Lunghezze raddoppiate ovviamente tra andata e ritorno.

Ambulatori che sono disponibili, tra l’altro, ognuno in un giorno diverso della settimana. Lunedì si va a Pogno in via Don Ojetti 2, piano terra; il martedì a Invorio nell’ambulatorio in via Pulazzini 11; mercoledì a Cressa all’ambulatorio in piazza Matteotti, 1; il giovedì a Oleggio Castello, all’ambulatorio in vicolo Torrazza 4; il venerdì invece è disponibile l’ambulatorio di Santa Cristina di Borgomanero.

Si può facilmente intuire quanto sia “comoda” una situazione simile, soprattutto per gli anziani, magari non autonomi per gli spostamenti e in precarie condizioni di salute. Ma pure per chi lavora andare a fare una visita, farsi prescrivere una ricetta medica, oppure chiedere la sospensione dal lavoro per malattia, diventa un percorso ad ostacoli.

Le prime reazioni

Mentre si attende di conoscere i passi che le amministrazioni dei sindaci Mirko Barbavara e Celsino Ponti vorranno assumere per venire incontro alla parte di popolazione senza assistenza sanitaria, da Ghemme arrivano le prime reazioni.

«Durante il nostro mandato – affermano i consiglieri della minoranza “Ripartiamo da Ghemme” – avevamo dovuto affrontare il pensionamento del dottor Fortina e lo spostamento della dottoressa Micco, sostituita dal dottor Battioni, che aveva lasciato a sua volta dopo tre mesi per cambio di specializzazione».

«Come amministrazione avevamo fornito attraverso l’Asl le disponibilità dei medici per i 300 mutuati rimasti senza dottore, che poi sono stati in parte distribuiti sugli altri medici rimasti a Ghemme e nei Comuni vicini. Abbiamo tenuto un canale di confronto aperto con la dottoressa De Marchi, responsabile della medicina territoriale della parte nord della provincia, spingendo per trovare una soluzione al problema, consapevoli che il pool di medici di Ghemme era un fiore all’occhiello della sanità novarese e non solo».

«La nuova amministrazione non ci ha mai coinvolti in alcun tipo di iniziativa che potesse sopperire a tali mancanze. Adesso la situazione è ulteriormente peggiorata. Siamo preoccupati anche per la ristrutturazione della Casa della salute, dove i lavori non sono ancora iniziati e non abbiamo avuto notizie dal sindaco su dove verranno ricollocati i servizi durante i lavori, sulle tempistiche e se i servizi avranno delle modifiche, oppure se alcuni saranno tagliati o ricollocati».

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