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Donna di Serravalle truffata di 30mila euro, morta durante le indagini

Finisce a processo un uomo che si era spacciato per un addetto delle Poste.

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Donna di Serravalle truffata di 30mila euro, morta durante le indagini. Finisce a processo un uomo che si era spacciato per un addetto delle Poste.

Donna di Serravalle truffata di 30mila euro

L’avevano chiamata spacciandosi per operatori delle Poste e spiegando che i suoi soldi dovevano essere trasferiti su un nuovo conto. Lei, una 63enne di Serravalle, si era fidata e aveva spostato circa 30mila euro.

I soldi erano spariti nel nulla. Ora quattro uomini residenti in Campania rischiano una condanna a otto mesi, la vittima intanto è morta.
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Il processo

Il processo si celebra al tribunale di Vercelli dove la pubblica accusa ha chiesto una condanna a otto mesi per un 23enne campano ritenuto l’artefice del raggiro, ma anche per altri suoi tre complici.

L’avvocato difensore invece ha chiesto l’assoluzione spiegando che il giovane aveva denunciato lo smarrimento della carta di identità e dell’accesso a PostePay.

Insomma, almeno secondo la difesa, il giovane sarebbe estraneo ai fatti. Ma 30mila euro della 63enne serravallese sono di fatto spariti.  Questa volta il raggiro è stato decisamente articolato. Non si è trattata della classica truffa del falso incidente o del falso avvocato.

Il finto addetto alle poste

Il fatto risale al maggio 2021. La donna era stata contattata telefonicamente da un falso addetto di Poste. E le avrebbe fatto credere che il suo conto corrente doveva essere ripristinato. Doveva effettuare il versamento su un nuovo conto. E la signora si è fidata.

Le era arrivato poi un messaggio sul cellulare, proprio come quelli che a volte arrivano dagli istituti bancari, con le indicazioni del caso per effettuare il primo trasferimento di denaro pari a quasi 10mila euro. I soldi erano finiti sul conto del 23enne finito sotto processo.

Poi i tuffatori avevano convinto la vittima a effettuare altri versamenti pari a 9000 euro e oltre settemila euro, questa volta su conti correnti o carte Poste Pay intestate ad altre persone. Si tratta degli altri tre imputati.

Le indagini

Quando la vittima si era accorta della truffa però era troppo tardi. I soldi erano già volatilizzati. Le indagini dei carabinieri di Borgosesia e della postale di Vercelli avevano portato a intercettare l’utenza telefonica da cui era partita la chiamata ed era intestata a un pakistano estraneo ai fatti.

Anche i controlli sull’identità del falso addetto di Poste, che si era presentato alla vittima fornendo i suoi dati, avevano portato a scoprire che erano generalità fittizie.

Era poi spuntato il nome del 23enne campano che avrebbe ricevuto il primo bonifico e anche degli altri tre complici. La pubblica accusa ha chiesto una condanna a otto mesi e 200 euro di multa a testa. Spariti però intanto i 30mila euro.

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