AttualitàSerravalle e Grignasco
Alla “San Vincenzo” di Grignasco si pratica l’orto-terapia
Gli ospiti della casa di riposo impegnati nelle coltivazioni: un tonico per la memoria.
Alla “San Vincenzo” di Grignasco si pratica l’orto-terapia. Gli ospiti della casa di riposo impegnati nelle coltivazioni: un tonico per la memoria.
Alla “San Vincenzo” di Grignasco si pratica l’orto-terapia
Restituire agli anziani il piacere di prendersi cura della terra, di veder nascere una fogliolina nuova, di sentirsi ancora capaci di far crescere qualcosa: è questo il cuore del nuovo progetto di orticoltura e ortoterapia avviato alla Casa di Riposo San Vincenzo di Grignasco.

Un’iniziativa che sembra piccola, quasi domestica, ma che racchiude un grande valore: quello di riportare luce nei gesti quotidiani, di riabituare il corpo e la memoria a un ritmo fatto di cura, attesa e meraviglia. A raccontarlo è Paolo Tiramani, referente della struttura, che parla del progetto come si parlerebbe di un dono inatteso.
Voluto dagli stessi anziani
«L’idea – spiega – è nata insieme alla dottoressa Valeria Carbone e si inserisce nel lungo lavoro di potenziamento delle attività pensate per mantenere vive le capacità degli ospiti e dare loro qualcosa che somigli molto al benessere».

La scintilla, però, l’hanno accesa gli anziani stessi: il desiderio di tornare a coltivare un orto, come si faceva “una volta”, quando la terra era un impegno quotidiano e un rifugio silenzioso. «Molti dei nostri ospiti hanno avuto un orto per tutta la vita – racconta Tiramani -. Riprendere in mano un’attività così familiare significa ritrovare una parte di sé, quella che non si scorda mai davvero».
E così ognuno viene coinvolto. Gesti minimi, eppure capaci di rimettere in moto pensieri, ricordi, abilità sopite.
Il lavoro all’interno e all’esterno
Il progetto vive su due fronti: all’interno, dove i vasi diventano un laboratorio di pazienza e osservazione. E all’esterno, dove con la primavera arriverà un vero orto, pronto ad accogliere le piantine cresciute durante l’inverno.

Le verdure – insalate, erbe aromatiche, ortaggi semplici e gentili – vengono scelte insieme agli ospiti, lasciando emergere preferenze, storie di vita, sapori dimenticati. Non è la prima volta che l’orticoltura entra in una casa di riposo: a Trecate e a Novara l’esperimento è stato un successo immediato, e a Grignasco la risposta sembra già andare nella stessa direzione.
C’è anche don Carlo Elgo
Gli ospiti partecipano con entusiasmo, si raccontano, mettono in gioco saperi antichi con la naturalezza di chi ritrova un’abitudine amata. Tra loro anche don Carlo Elgo, 92 anni, il parroco-alpinista (300 volte alla Margherita) che per decenni ha guidato la parrocchia di Alagna. E in quell’orto che cresce giorno dopo giorno c’è un filo invisibile che unisce passato e presente, creando un tempo nuovo, più calmo, più loro.

L’ortoterapia, sempre più diffusa nelle strutture per anziani, è molto più di un’attività ricreativa: stimola la mente, la memoria autobiografica, la motricità fine; crea socialità, rilassa, apre spazi di serenità.
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