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Allarme per le società sportive: con la nuova legge più costi e niente vincoli per i tesserati

L’assessore borgosesiano Paolo Urban molto preoccupato dopo aver incontrato alcune associazioni del territorio

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Allarme per le società sportive: con la nuova legge più costi e niente vincoli per tesserati. A sollevare la questione è l’assessore allo sport del Comune di Borgosesia Paolo Urban.

Allarme per le società sportive: con la nuova legge più costi e niente vincoli per tesserati

Nei giorni scorsi ha avuto alcuni incontri con i responsabili di associazioni che operano sul territorio e che sono alle prese con la normativa entrata in vigore sabato 1 luglio e che rischia di trasformarsi in un’autentica mazzata per le realtà dilettantistiche, sia grandi che piccole. «Entrando nel dettaglio di ogni singola riga scritta da un ex ministro che molto probabilmente non sa nulla di sport e del mondo delle associazioni – conferma Urban – si prospetta un periodo nero, con il rischio che qualcuno possa “saltare” o che le famiglie siano costrette a pagare molto di più per le iscrizioni dei propri figli».
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I punti caldi della riforma

E le conseguenze non sarebbero soltanto sportive, ma soprattutto sociali, visto il ruolo svolto da molte di queste associazioni, per le quali i risultati non sono certamente le cosa più importante: «Noi lavoriamo ogni giorno – precisa l’assessore – per sostenere le nostre società sportive, formate da tantissimi giovanissimi e giovanissime in quanto svolgono un lavoro importantissimo nell’attività fisica e nel sociale. E ora una legge scellerata rischia di spazzare via tutto o quasi».

paolo urban

Paolo Urban

I punti caldi della riforma voluta dell’ex ministro Vincenzo Spadafora sono due: l’abolizione del vincolo sportivo e il nuovo regime fiscale per gli atleti e i collaboratori sportivi che operano nell’ambito del dilettantismo.

L’abolizione del vincolo

La prima novità riguarda soprattutto le società calcistiche che di fatto (con le dovute eccezioni e deroghe) non saranno più “proprietarie” dei loro giovani. Ogni atleta, infatti, sarà libero di scegliere se cambiare squadra alla fine di ogni stagione e alla vecchia società di appartenenza spetteranno soltanto un premio di tesseramento e di formazione tecnica che sono predeterminati in base alla categoria di appartenenza. Di fatto se una società calcistica “cresce” un giovane promettente corre il rischio di perderlo per pochi euro. Conseguenze più o meno immediate di questo nuovo meccanismo, che sicuramente è pensato per tutelare i giovani atleti, potrebbero essere un aumento (qualcuno teme anche più del raddoppio) delle quote che le famiglie pagano ogni anno, ma anche (alla lunga) il venir meno dell’interesse delle società a investire sui settori giovanili, che rischierebbero così di sparire. Starà al buon senso di tutti, dunque, evitare un clamoroso “effetto boomerang”.

Contributi e co.co.co.

Per ciò che riguarda l’aspetto fiscale, invece, anche nello sport dilettantistico arrivano i contributi Inps, Inail e Irpef, ma soltanto sopra i 5mila euro (e tra 5mila e 15mila saranno dovuti solo i contributi Inps). Il lavoro sportivo, infatti, dev’essere regolamentato tramite contratti di co.co.co., che prevedono contributi Irpef e un’aliquota fissa al 25 per cento per ciò che riguarda i contributi previdenziali (ma fino al 2027 è prevista una decontribuzione del 50 per cento). Il regime rischia di pesare anche a livello burocratico soprattutto per le realtà più piccole, molte delle quali fanno fare attività anche a bambini le cui famiglie non sono in grado di pagare le quote.

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1 Commento

1 Commento

  1. Roberto

    17 Luglio 2023 at 11:47

    mio caro signor Urban.
    Puo solo vergognarsi. La “Proprietà” di un ragazzino…Non siamo nel medioevo. NOI vogliamo vivere in un paese liberooooo…Ma credo che lei e quelli come lei non potranno mai rinunciare ai propri interessi personali. Finalmente i ragazzi potranno scegliere di divertirsi senza ricatti,riscatti e minaccie.
    Roberto

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