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Cronaca

Romagnano baby sitter rubava i gioielli di famiglia: condannata

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Romagnano baby sitter rubava i gioielli di famiglia: condannata. Mentre i bambini dormivano aveva trafugato nei cassetti rubando alcune catenine d’oro. Ma non tutte in una volta, per non destare sospetti.

Baby sitter condannata

E’ stata condannata la baby sitter infedele, una 30enne di Romagnano. Vittime due famiglie del paese che tanto si fidavano della ragazza e che non avrebbero mai pensato che fosse lei la ladra. Il tribunale di Novara nei giorni scorsi ha emesso la sentenza con la condanna a un anno e otto mesi di reclusione e 412 euro di multa per furto in abitazione, con la condizionale. A nulla è servita l’arringa dell’avvocato difensore che ha spiegato che molti dei monili trafugati erano stati poi restituiti.

Problemi economici

I fatti risalgono al 2018 quando la ragazza aveva lavorato come baby sitter, ma per “arrotondare” aveva deciso di rubare alcune catenine d’oro dei proprietari. Lo faceva probabilmente in un attimo di distrazione dei bambini, o mentre questi dormivano  I preziosi poi li aveva banalmente piazzati in alcuni compro oro, uno addirittura di Romagnano e l’altro a Omegna.  Era stata una delle famiglie insospettita a cercare di capire cosa stesse succedendo, guardando su Internet nei compro oro della zona avevano riconosciuto alcune collanine. Era partita la denuncia ai carabinieri che avevano chiesto al negozio il documento di chi aveva consegnato i beni preziosi. E con sorpresa la carta di identità era proprio della baby sitter.

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Ammesso i furti

Una prova inconfutabile, tanto che una volta convocata in caserma la ragazza aveva ammesso i furti spiegando che era stata spinta dalla necessità di soldi. In quel periodo si trovava in difficoltà economica. Aveva comunque cercato di rimediare al danno causato. Il processo però nei giorni scorsi si è concluso con una condanna nonostante la richiesta di assoluzione da parte della difesa spiegando che molti dei monili erano stati restituiti ai legittimi proprietari. Durante le udienze però la donna non ha rilasciato dichiarazioni o giustificazioni per quanto commesso.

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